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Repubblica/Torino: Pizzetti: "Istruzione lombarda? Solo una devolution da furbetti"

Il segretario Ds: vogliono usare il futuro dei giovani come merce di scambio con la Lega

23/03/2007
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la Repubblica

il giudizio Questa giunta ormai si basa su un´alleanza che sopravvive a se stessa, la Lombardia è ferma
GIUSEPPINA PIANO

L´altolà a Formigoni lo esprime così: «Una scuola lombarda non avrebbe senso». Luciano Pizzetti, segretario regionale dei Ds, avverte che non si può far tornare dalla finestra quello che è stato cacciato dalla porta principale: «La devolution è stata rispedita al mittente dal referendum. Noi siamo favorevoli a un federalismo senza furbizie». E dunque: «La scuola non si può regionalizzare», manda a dire agli inquilini del Pirellone dove, tra caso Cè e dintorni, «ormai è chiaro che Formigoni e Lega hanno trovato una pace basata su una logica di scambio: lui governa la sanità e dà alla Lega il contentino ideologico sulla devolution».
Il presidente Formigoni assicura che la Lombardia è pronta a gestire anche gli istituti professionali statali. Con quale obiettivo, secondo lei?
«Bisognerebbe chiederlo a lui. A noi spetta dire che il titolo V della riforma costituzionale dà nuove opportunità alle Regioni ma con un limite essenziale: tutto quello che fa riferimento ai diritti non può essere regionalizzato».
Tradotto a scuola?
«Se il tema è l´organizzazione, si può discutere. Ma se il tema è appropriarsi degli aspetti formativi, allora la questione diventa molto più complicata. I diritti non possono essere regionalizzati, questo è il confine».
Facciamo qualche esempio, per capirci.
«Se si pensa a integrazioni nei programmi, a materie e corsi aggiuntivi, per mettere in connessione maggiormente la formazione professionale con il sistema produttivo lombardo, si può discutere. Se invece Formigoni pensa che il sistema formativo debba essere di esclusiva competenza regionale, non ci stiamo. La scuola alla lombarda non avrebbe senso».
Formigoni vuole mettere le mani sulla scuola statale?
«Non è questo il punto. Il punto è l´idea malaccorta di cosa sia il federalismo. In Consiglio c´è una discussione e noi confermiamo di essere favorevoli a questo percorso, ma senza furbizie. Se pensano di reintrodurre surrettiziamente pezzi di devolution non si va da nessuna parte. Prenda la sanità, ad esempio. Prima di richiedere altre funzioni occorrerebbe intervenire per migliorare il sistema».
Nel frattempo si è dimesso l´assessore leghista Cè, denunciando rischi di lobby.
«Cè ha chiamato le cose con il loro nome e cognome e per questo era scomodo. Ma se Cè non c´è più, i problemi restano. Non vorrei ci fosse stato uno scambio tra la Lega e Formigoni: lui va avanti a occuparsi di sanità e intanto dà al Carroccio il contentino ideologico della devolution. Così la Lega è accontentata e lui pure. Ma questo scambio non può essere soddisfacente per i lombardi. Cè era il sassolino che non consentiva all´ingranaggio di funzionare».
Formigoni dice: al Pirellone le lobby non hanno udienza.
«Francamente non ci metterei la mano sul fuoco».
Il progetto sulla formazione professionale è solo un contentino alla Lega?
«Non dico questo. Ma è vero che alla discussione in corso sul federalismo si aggiungono sempre materie, perché la Lega deve andare al suo parlamento padano a dire: guardate tutto quello che abbiamo ottenuto».
E il caso dell´assessore Prosperini, non della Lega ma di An, che se la prende con gli omosessuali?
«Avrebbe reso un buon servizio se si fosse dimesso».
Cè e Prosperini, due inciampi per la giunta in tre giorni. Solo una coincidenza?
«Quello che io so è che questa giunta ha smarrito la funzione propulsiva del governo della Lombardia. È un´alleanza che si trascina, che sopravvive a se stessa. Questo deve indurre il centrosinistra a non guardarsi l´ombelico ma a fare uno sforzo d´innovazione».


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