FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3797971
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Repubblica-Torino-"Non chiudeteci nei ghetti insegnate l'Islam a scuola"

Repubblica-Torino-"Non chiudeteci nei ghetti insegnate l'Islam a scuola"

Pagina VII - Torino Oltre settemila ragazzi frequentano corsi e madrasse private "Non chiudeteci nei ghetti insegnate l'Islam a scuola" Appello dalla comunità araba torinese ...

28/08/2005
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Pagina VII - Torino
Oltre settemila ragazzi frequentano corsi e madrasse private
"Non chiudeteci nei ghetti insegnate l'Islam a scuola"
Appello dalla comunità araba torinese
Alla Moschea della Pace lezioni anche per i genitori che imparano l'italiano
In via Bligny, l'istituto "An-Nil" con docenti egiziani è seguito da duecento studenti
ANGELA LANO


"Studiare l'arabo classico e i principi dell'Islam nella scuola dell'obbligo italiana per promuovere la conoscenza reciproca e l'integrazione". AbdelAziz Khounati, responsabile dell'Istituto islamico della Pace di corso Giulio Cesare, e dell'annessa scuola di arabo domenicale, esprime un desiderio condiviso da molti musulmani torinesi: istituire l'insegnamento dell'arabo e della dottrina islamica negli istituti italiani frequentati dai ragazzi immigrati. "A noi non interessa creare istituzioni scolastiche parallele e parificate come quella di via Quaranta, a Milano continua Khounati. - Secondo noi, scuole così diventano dei ghetti, isole destinate ai bambini arabi che non facilitano certo l'integrazione. Per il momento vanno bene le scuole e i programmi italiani che sono frequentati dai nostri settemila ragazzi. Fino ad oggi i nostri figli hanno imparato la nostra lingua e la nostra cultura nella scuola di via Rovigo, dove da anni, alla domenica, si ritrovano oltre trecento ragazzi. Speriamo che un giorno gli enti pubblici piemontesi, se non addirittura il Ministero per l'Istruzione, ci accettino nelle scuole normali. Noi comunque ci stiamo muovendo: con l'inizio del nuovo anno scolastico, arriveranno dal Marocco una ventina di docenti di lingua e cultura araba, pagati da Rabat, per insegnare nelle scuole delle moschee italiane".
Attualmente le "madrassse" arabo-islamiche a Torino e provincia sono una mezza dozzina. In via Bligny, nei locali del convitto Umberto I, è attiva da anni la scuola "An-Nil", un'istituzione ufficiale egiziana che porta avanti programmi ministeriali approvati e controllati dal Cairo. Anche le pagelle, a fine anno, arrivano da laggiù, insieme ai questionari per gli esami e le valutazioni. Gli studenti sono circa duecento dalle elementari alle medie e frequentano al sabato e alla domenica, quando la settimana scolastica italiana è terminata.
"E' uno sforzo notevole per i nostri ragazzi spiega Amir Younes, responsabile del progetto ma è una scelta razionale e motivata: molti di loro torneranno in patria con i loro genitori. E lì, i programmi scolastici italiani non valgono. Si ritroverebbero, quindi, a frequentare daccapo le scuole dell'obbligo. Con i nostri corsi, che sono quasi gratuiti (si paga una retta di 25-30 euro al mese per le spese), e gestiti da insegnanti volontari di madrelingua, riescono a tenere il passo anche con i programmi arabi".
Quest'anno la Moschea della Pace, in collaborazione con la circoscrizione VII, ha promosso il programma "Alla scuola araba insieme a mamma e papà": mentre i bambini arabi apprendono una lingua a loro ormai estranea, quella d'origine, i genitori studiano l'italiano.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL