Repubblica/Torino: Montessori contro il bullismo anche nelle scuole superiori
Un metodo che sembrava superato potrebbe essere la soluzione dopo lo scandalo Steiner
TIZIANA CATENAZZO
La scuola fa un bel salto indietro e torna al metodo Montessori contro il bullismo in classe e soprattutto in risposta al caso Steiner che ancora pesa in Piemonte, specie alla ripresa della campagna acquisti-iscrizioni. «Stiamo studiando il modo di accostare e adoperare parte dell´insegnamento e del metodo della Montessori, più nota all´estero che da noi - spiega un nutrito gruppo di docenti delle scuole medie (Pola, Morelli, Alvaro, Manzoni, Pertini, Vivaldi) e delle superiori (Avogadro, Bosso, Giulio, Santorre, Alfieri, Malfer, Grassi) - per le nostre lezioni, che sia utile e applicabile anche a ragazzi più grandi, e ben al di là delle solite terapie del ‘mordi e fuggi´ o delle chiacchierate informali con gli studenti sull´opportunità di comportarsi bene». Recenti studi condotti negli Stati Uniti - dove sono circa 5mila le scuole che si ispirano alle concezioni educative della prima donna-medico italiana, di cui la metà almeno in contesti urbani con forte disagio sociale - hanno dimostrato che non solo il rendimento scolastico migliora ma che il possesso di comportamenti sociali positivi si sviluppa in misura significativa, rispetto ai coetanei di altre scuole. «Una maggiore elasticità mentale va di pari passo con un´educazione migliore e più incisiva e con il rispetto dei compagni - spiega Margherita Marolo, docente di lettere alla Pola - e di questo si discute proprio oggi a Roma al convegno organizzato per il centenario della fondazione della prima Casa dei Bambini». A Torino ci sono quattro scuole montessoriane: la Casa dei Bambini di via Casalis, la Casa dei Bambini-elementare «Vittorio Alfieri» in via Palmieri 58, l´elementare «Duca d´Aosta» in via Capelli 51 e l´elementare Manzoni. In primavera la Montessori, impersonata da Paola Cortellesi, tornerà alla mente di molti con la fiction di Canale 5, girata anche tra l´Accademia delle Scienze e l´ex manicomio di Collegno. «La fobia e l´allarme dei genitori - ha spiegato la preside del Santorre di Santarosa, Giovanna Farina - non ha mai raggiunto livelli così alti. Molti arrivano in segreteria e prima ancora dei corsi s´informano del cosiddetto ‘ambiente scolastico´, del ‘clima´, se è tranquillo o agitato, della zona di provenienza degli iscritti e così via. Bisogna considerare però che molti atteggiamenti maturano proprio in classe, in particolari condizioni, e che a confrontarsi con altri in situazioni difficili e non sempre facilitate, aiuta a crescere». Laura Volpe, 55 anni, docente di inglese, è fra quante vogliono confrontarsi con il «nuovo»: «Dallo Steiner abbiamo avuto un segnale forte, c´è la necessità di un cambiamento, di investire tempo e risorse migliori. Il metodo Montessori è caratterizzato dall´uso di materiale educativo specifico, dall´autogestione di una serie di compiti, da un ambiente collaborativo: soprattutto, è diverso il ruolo dell´insegnante, che dev´essere guida e stimolo più che ‘colui che dall´alto indottrina´, ma bisogna formarsi adeguatamente». Maurizio Salvemini, docente di sostegno alla Vivaldi: «Io credo che per molti colleghi avvicinarsi al metodo Montessori sarà utile a migliorarsi. È diverso, ad esempio, l´atteggiamento mentale e culturale richiesto per il docente, che non ‘sovrasta´ lo studente con il suo ruolo e la sua ‘parola´ adulta, ma anzi lo aiuta senza interromperlo… l´azione dell´insegnante perde il carattere di centralità, sia come soggetto di ‘docenza´ che come soggetto di controllo. Non impone, né dispone, né impedisce, ma propone, predispone, stimola ed orienta». Forse anche della Montessori discuterà il sindaco con professori e studenti nel «tour» che parte a breve negli istituti tecnici e professionali: fra le tappe già fissate, il Santorre di via Peschiera, mercoledì 24.