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Repubblica-Torino-Margot va in prima ma non è convinta...

LA MAMMA Margot va in prima ma non è convinta... da sola Lei stava bene alla materna. E io dovrò abituarmi a vederla partire in scuolabus VALERY USEO* ...

07/09/2003
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la Repubblica

LA MAMMA
Margot va in prima ma non è convinta...
da sola Lei stava bene alla materna. E io dovrò abituarmi a vederla partire in scuolabus
VALERY USEO*


Mia figlia Margot non vuole andare a scuola. "Stavo benissimo alla materna - mi ha detto e ripetuto - perché non posso rimanerci?". L'ho convinta, ma certo la cosa non mi rende troppo tranquilla. Anche perché un po' la capisco. Una nuova scuola vuole dire tanti cambiamenti: nuovi amici, nuovi maestri, un nuovo ambiente. E alla fine, anche se lei non lo sa ancora, la richiesta di una autonomia più importante. È un momento di transizione per Margot come per me e mio marito. Quasi un salto nel mondo dei "grandi", l'ingresso in una nuova fase di crescita del bambino che mette anche noi genitori davanti a una consapevolezza diversa. Cambia il rapporto tra bambini e adulti rispetto alla scuola materna: io ho grande fiducia nelle capacità di adattamento di mia figlia, ma mi preoccupa comunque pensare al suo primo giorno di scuola. E poi al secondo e così via. Sono in attesa di questo momento con un po' di ansia, ma anche di impazienza e di curiosità: Margot è la nostra prima figlia e anche per me vorrà dire scoprire il mondo della scuola, capire metodi e programmi, conoscere nuove persone.
Cosa mi aspetto? Che impari a leggere scrivere e far di conto certo. Ma anche che venga stimolata, incuriosita, che le nasca e cresca la voglia di leggere, di sapere. Che venga aiutata a porsi delle domande e a cercare delle risposte, a ragionare con spirito critico. Che venga aiutata a trovare un equilibrio nei rapporti con gli altri, i suoi nuovi compagni, ma anche i maestri. Forse mi aspetto molto dalla scuola: ma è anche vero che lì Margot passerà molto del suo tempo. E non credo che sia chiedere troppo, né che voglia dire delegare compiti che sono dei genitori.
Come mamma, poi sono un po' preoccupata per le possibili conseguenze della riforma Moratti e per la diminuzione dei finanziamenti all'istruzione pubblica. Perché la scuola deve rimanere sempre un momento di confronto e conoscenza con bambini di altre origini, di diverse classi sociali. Con altri mondi, in generale insomma. Poi ci sono i cambiamenti pratici nella nostra vita familiare: Margot andrà a scuola da sola, con lo scuolabus, certo. Per lei è una grande novità, che a noi però crea qualche inquietudine. E due giorni alla settimana uscirà alle 13,30, bisognerà andarla a prendere: per due genitori che lavorano non è semplicissimo. Ci pensi la Moratti, quando propone di abolire il tempo pieno.
(*operatrice sanitaria e madre di Margot che domani entrerà in prima elementare alla scuola europea "Altiero Spinelli")


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