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Repubblica/Torino: L´ira degli specializzandi

Cinquecento in corteo: "Abbiamo aspettato abbastanza"

03/04/2007
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la Repubblica

Goffi, il rappresentante "Visto che lavoriamo come medici a tutti gli effetti, pretendiamo più garanzie"
"Uno dei punti critici sono i bandi di concorso: non si sa mai quando escono, i ritardi sono di mesi"
Dalle Molinette al Cto hanno marciato per chiedere il contratto al posto della borsa di studio

OTTAVIA GIUSTETTI

Erano più di cinquecento ieri a manifestare contro la legge che li vuole mal pagati, sfruttati e senza nessuna garanzia, i medici specializzandi dell´Università di Torino. Hanno sfilato in un corteo di protesta che è partito dalle Molinette, è passato attraverso la cosiddetta «città della salute» ed è tornato nell´ospedale di corso Bramante nel primo di tre giorni di sciopero che metterà alla prova il sistema degli ospedali torinesi. Sono i giovani, le reclute della medicina, le mani e le facce che molto spesso i cittadini trovano impegnate in prima persona per la cura dei malati. Nei reparti, negli ambulatori, nei pronto soccorso della città con un ruolo di primo piano nonostante siano lì solo per imparare. «Lavoriamo più di cinquanta ore a settimana per ottocento euro al mese - racconta Alberto Goffi, uno dei rappresentanti degli specializzandi di Torino - abbiamo trenta giorni all´anno retribuiti per malattia e ferie, nessuna garanzia durante la maternità, nessun versamento di contributi». Sono pagati circa 4 euro all´ora, molto meno di una colf o di un prestatore di manodopera, ufficialmente per imparare la pratica della medicina, in realtà per svolgere a tutti gli effetti il lavoro di medico. Nel 1999 un decreto legislativo imponeva che la borsa di studio che questi ragazzi percepiscono fosse trasformata in un vero e proprio contratto, tipo quello di formazione, con le garanzie che spettano a un normale lavoratore. A otto anni da quella epocale svolta mancano ancora i decreti attuativi, mancano i fondi per sponsorizzare questo cambiamento. Per assurdo, la finanziaria 2006 recepisce questa modifica e stanzia i fondi e una circolare ministeriale prevede l´entrata in vigore del decreto a partire dal 1 novembre 2006. Ma sulle buste paga degli specializzandi di questo cambiamento non vi è ancora alcuna traccia. Se ne discuterà ancora nella prossima conferenza Stato-Regioni del 19 aprile. «Chiediamo solo che entri in vigore il decreto del 1999 - dice Goffi - visto che lavoriamo a tutti gli effetti come i medici strutturati, spesso anche a discapito della didattica, vogliamo le garanzie di tutti i lavoratori, non possiamo più arrivare oltre i trent´anni senza uno stipendio decente e la possibilità di ammalarci o fare figli». Le tutele sono un diritto per gli specializzandi ma anche per i cittadini che hanno bisogno di trovarsi in mani sicure e preparate, che dai medici hanno bisogno di ogni garanzia di affidabilità.


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