Repubblica/Torino: "Illegittimo il numero chiuso"
Protesta a Palazzo Nuovo: annunciato un ricorso collettivo
Raccolta di firme nel giorno della prova per accedere a Medicina. Il rettore Pelizzetti: "Sistema da rivedere"
TIZIANA CATENAZZO
A Palazzo Nuovo è guerra aperta al numero chiuso. Bisogna liberare l´accesso al sapere, e abolire il test d´ingresso all´Università. L´Unione degli universitari, contro le prove di questi giorni (vincolanti per l´iscrizione dei neodiplomati ai corsi - ieri quasi 2 mila candidati si sono presentati al test per i 365 posti disponibili a Medicina e chirurgia) ha dato il via a una forte campagna di mobilitazione con una raccolta di firme: tutti gli studenti e le studentesse sono invitate ad aderire a un ricorso collettivo nazionale per garantirsi il proprio diritto di scelta della facoltà. Il presidente dell´Udu, Alessandro D´Orsi ha spiegato: «I test d´ammissione sono diventati ormai una consuetudine per accedere alla formazione universitaria, ma compromettono fortemente il futuro di molti giovani che, loro malgrado, restano fuori dalle graduatorie: negli ultimi 5 anni i corsi a numero chiuso sono cresciuti del 320%, e la maggior parte per le lauree di primo livello». Incostituzionalità e illegalità, queste le accuse rivolte alle facoltà che continuano a selezionare così le matricole. «Perché stabilire chi è più capace e meritevole di iscriversi se gli si nega a priori la possibilità di seguire le lezioni?» ha aggiunto Massimo Citro, medico torinese che a giugno ha fondato "Demokratia", dopo aver dimostrato di persona l´inefficacia e la superficialità dei test, per come sono organizzati e per come vengono svolti (l´anno scorso si era presentato al test per medicina, e non l´aveva superato): «I poteri dei privati stanno prevaricando i diritti dei cittadini. Le delibere con cui il senato accademico stabilisce il numero chiuso sono illegittime – ha spiegato il medico, sostenuto anche dal Comitato per lo sviluppo umano e dallo studio torinese Dal Piaz – né l´autonomia degli atenei attribuisce il potere di disporre autonomamente limitazioni all´accesso alle singole facoltà. Bisogna assolutamente che Mussi sospenda questa legge, la 264 del ‘99". Super partes, anche il rettore Ezio Pelizzetti, è intervenuto sull´iniziativa dell´Unione degli universitari: «Credo che il problema andrebbe affrontato in maniera sistematica, perché gli aspetti da considerare sono vari: da un lato ci si lamenta infatti che abbiamo pochi laureati (per gli infermieri, da noi le richieste ci sono: da noi, solo alle Molinette, 500 domande per 280 posti; per fisioterapia, dopo i posti sono 50, si sono iscritti in 867; per ostetricia, con 25 posti, 236 diplomati) e allora sarebbe il caso di alzare la soglia; dall´altro, considerare anche che non è del tutto sbagliato programmare l´accesso in base alle attuali strutture, al numero dei docenti, e così via. Per quanto mi riguarda, farò in modo che quanto prima si possano avviare programmi di orientamento (ma noi abbiamo già un tasso di abbandono fra i più bassi d´Italia, del 15% circa, fra primo e secondo anno) e azioni integrate fra l´ateneo e le scuole superiori, di accertamento delle attitudini individuali, da proporre agli studenti degli ultimi due anni delle superiori».