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Repubblica/Torino: Il sindaco diventa maestra per difendere il tempo pieno

Accossato, primo cittadino di Collegno, oggi affianca un´insegnante delle elementari: voglio difendere il tempo pieno "Assurda la scelta del governo. Non dobbiamo lasciare soli i bambini e le famiglie"

15/09/2008
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la Repubblica

DIEGO LONGHIN
Non una scelta a caso e soprattutto non una scelta dettata da ragioni di difesa della categoria. Certo, gli anni passati in cattedra all´istituto professionale di agraria di Carmagnola hanno un peso nella decisione del sindaco di Collegno, Silvana Accossato, di fare la maestra per un giorno, denunciando così i rischi della riforma varata dal ministro Gelmini. Per ora si tratta solo di incognite, tra maestre uniche, tempo pieno ridotto e docenti non nominati. Problemi con cui da oggi oltre 261 mila alunni e rispettive famiglie dovranno fare i conti. Poco più di 33 mila alle materne, quasi 91 mila alle elementari, due terzi dei quali frequentano anche al pomeriggio, e 55 mila alle medie, mentre alle superiori si sfiorano gli 83 mila. Una tendenza al rialzo rispetto ai numeri degli agli anni scolastici precedenti, complice sempre la crescita degli alunni stranieri.

Accossato, primo cittadino di Collegno, oggi affianca un´insegnante delle elementari: voglio difendere il tempo pieno

"Io sindaco, maestra per un giorno"

"Assurda la scelta del governo. Non dobbiamo lasciare soli i bambini e le famiglie"
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
DIEGO LONGHIN

(segue dalla prima di cronaca)
il primo cittadino di Collegno, oltre ai problemi per i colleghi e ai posti di lavoro persi, pensa ai bambini, alle famiglie, che nel suo Comune utilizzano in massa il tempo pieno, e alle casse dell´amministrazione, dove teme che il governo Berlusconi possa scaricare i costi per garantire comunque le lezioni al pomeriggio.
Sindaco Accossato, perché ha deciso di fare la maestra per un giorno affiancando un´insegnante della scuola elementare Marconi?
«Si tratta di un gesto simbolico per esprimere la preoccupazione del Comune verso quello che va profilandosi come una vera messa in discussione del tempo pieno, al di là delle rassicurazioni espresse in questi giorni dal governo e dal ministro Gelmini».
A Collegno quante sono le famiglie che ricorrono al tempo pieno?
«La totalità. Siamo al cento per cento. Prima di fare certe riforme bisognerebbe capire quante queste possano incidere sulla vita di tutti i giorni delle persone. Se non verrà garantita la scuola fino alle 16.30 come faranno i genitori che lavorano?».
La sua è una mossa a difesa della categoria docenti?
«Anche. Non lasciamo solo gli insegnanti. In ballo ci sono molti posti di lavoro. E aggiungo, però, non lasciamo soli i bambini e non lasciamo sole le famiglie».
La scelta di aiutare una maestra delle elementari è una sua chiara bocciatura dell´introduzione del docente unico nella scuola primaria?
«È una decisione anacronistica. Spero che le famiglie si oppongano e che il ministro faccia ben presto retromarcia. Chi garantirà le ore di presenza durante il servizio mensa? Non ci è dato il modo di saperlo. Chi, allo stesso modo, coprirà le ore pomeridiane? Nessuno dal ministero è riuscito a spiegarlo».
Ha paura che toccherà ai Comuni?
«È un sospetto. Ho l´idea che il governo punti a scaricare i costi sulle casse delle amministrazioni. Spero che i Comuni non dovranno un giorno sobbarcarsi l´onere di garantire il personale per la mensa e per il dopo scuola, magari personale improvvisato, solo per riempire ore, così che l´apparenza sia salva. Ma mentre prima gli insegnanti di classe potevano portare avanti i loro programmi, dalla matematica all´italiano e al teatro, si dovranno inventare altre attività che non avranno nulla a che fare con il resto».


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