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Repubblica-Torino- il prof dà i voti alla Moratti

A differenza dei colleghi delle elementari e delle medie, i docenti delle Superiori non sono ancora stati toccati dalla riforma Visi rilassati all'uscita di licei e istituti. I primi sono sc...

17/06/2004
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la Repubblica

A differenza dei colleghi delle elementari e delle medie, i docenti delle Superiori non sono ancora stati toccati dalla riforma
Visi rilassati all'uscita di licei e istituti. I primi sono schizzati fuori verso mezzogiorno. In tanti non avevano mai scritto elaborati così lunghi
E il prof dà i voti alla Moratti
L'esame visto dalla cattedra: la formula funziona
Pochi i dubbi sulla validità: "Serve ai ragazzi"
"Il clima è più sereno anche se rimangono delle zone di ombra per le parificate"
SARA STRIPPOLI


Berlinguer e Moratti. Il rinnovamento era cominciato con il primo bocciato dal famoso concorsone, prosegue con l'algida ministra. In mezzo molti scioperi, tante contestazioni, anche con formule nuove e più creative, un sacco di dubbi e di punti interrogativi tuttora senza risposte. La scuola secondaria di secondo grado approda in questi giorni al rito finale dell'esame di Stato "basta chiamarlo maturità" senza ancora avere avuto la possibilità di provare sulla sua pelle come la cambierà questa rivoluzione entrata nelle aule a spizzichi e bocconi, fra petizioni di intellettuali e repentini dietrofront di ripensamento. Mentre gli insegnanti della scuola elementare e della media sono sul piede di guerra, i loro colleghi delle superiori sono in una fase di attesa. Sui temi di ieri, intanto, un giudizio unanime: "Belli, facili, stimolanti, finalmente ragazzi che non vanno in panico e argomenti con un forte legame con la vita reale degli studenti". Lo dicono la presidente di commissione al liceo scientifico Gobetti, Maria Stella Giuffrida, che è anche preside al Segré, lo conferma il collega di Angelo Farrugio. "Dopo qualche anno di sperimentazione gli insegnanti hanno imparato a gestire bene le operazioni del nuovo esame - dice la presidente - il clima è molto sereno, stiamo lavorando bene". "Con tutto il rispetto per le scuole parificate - puntualizza però il professore di Geografia - questa formula lascia però molto spazio a situazioni poco chiare". Abolire il test finale che Giuseppe Pantaleo dell'istituto tecnico Arduino giudica "autoreferenziale e ibrido" oppure mantenerlo perché per i ragazzi resta un momento educativo importante, con quel leggero batticuore che aiuta a crescere come invece pensa Marcella Giulio, professoressa di inglese all'Avogadro? "Noi qui lavoriamo con grande serietà, nessun dubbio che l'esame resti esame". Il dibattito resta aperto ma la tendenza è quella di assegnare a questa prova finale un'ampia sufficienza come sottolinea con un sorriso il presidente di commissione al liceo classico Cavour, Mario Perrini, noto preside del liceo Galileo Ferraris: "Quest'ultima versione non è meno seria delle precedenti, non sempre i commissari esterni garantivano atteggiamenti equilibrati". No, nessuna nostalgia della commissione esterna che non c'è, aggiunge Gabriella De Blasi che al Cavour insegna italiano e latino.
I più critici su presente e futuro, e i più preoccupati per il loro domani, gli assistenti ai laboratori di chimica dell'Avogadro, Angelo Quinto e Caterina Bussolo, il primo precario da cinque anni che adesso si avvia verso un'estate senza retribuzione, la seconda insegnante di ruolo ma non per questo meno critica: "Saremo ancora dipendenti della pubblica amministrazione, oppure saremo assorbiti da queste agenzie di formazione professionale gestite dalla Regione, e se sarà così con che tipo di contratto? Chissà, siamo in attesa dei decreti applicativi, nel frattempo viviamo alla giornata". Per la loro collega Donatella Mazzoldi il disagio per la categoria quest'anno si è fatto sentire: "Una volta gli insegnanti avevano una carta importante da giocare, potevano bloccare gli scrutini, adesso non possono più farlo". La sensazione di precarietà generale la sintetizza Giuseppe Pantaleo, professore di francese nell'istituto tecnico commerciale di via Figlie dei Militari: "Su questi decreti in arrivo si vociferano le ipotesi più disparate, il passaggio tanto vituperato del professionale alle Regioni e il tecnico che non si capisce se passerà tale e quale all'ordinamento dei licei. Un'ambiguità non da poco, sia dal punto di vista della collocazione professionale sia da quello dell'identità degli istituti". E cosa ne è stato della promessa di sburocratizzazione, della riforma degli organi collegiali e della valorizzazione della classe insegnante? Per Pantaleo, la scuola del ministro Moratti in questo senso non ha lanciato segnali di cambiamento. Per il preside del Galileo Ferraris, che pure apprezza molti aspetti di questa riforma, se qualche miglioramento può essere apportato, questi devono andare nella direzione di assegnare più autonomia alle scuole per le nomine dei docenti precari: "Nell'interesse di tutti, a partire dagli studenti, cinque supplenti in pochi mesi su una classe non fanno bene alla scuola. Questo è un sistema che non garantisce nessuno, né l'utenza né gli aspiranti".


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