Repubblica-Torino-"Il pomeriggio a scuola? Costa sei euro all'ora"
denuncia dei genitori di un ragazzo disabile "Il pomeriggio a scuola? Costa sei euro all'ora" MARCO TRABUCCO Vuoi che tuo figlio resti a scuola il pomeriggio? Nessun problema, basta pagare....
denuncia dei genitori di un ragazzo disabile
"Il pomeriggio a scuola? Costa sei euro all'ora"
MARCO TRABUCCO
Vuoi che tuo figlio resti a scuola il pomeriggio? Nessun problema, basta pagare. E se è disabile devi pagare molto di più, perché seguirlo comporta un impegno superiore a quello richiesto da un bambino "normale". È la logica del libero mercato. E non c'è stato bisogno di aspettare la riforma scolastica della Moratti perché quella logica desse i suoi primi frutti.
La scuola in questione è una media inferiore, la Giovan Battista Alberti di via Tolmino. La frequenta, è iscritto alla terza, Giovanni, ragazzino disabile. "Fino allo scorso anno - spiegano i suoi genitori - Giovanni godeva, gratis per noi, dei rientri pomeridiani con attività fino alle 17,10. Da quest'anno il preside ci ha comunicato che il suo orario si concluderà alle 13.30. Per lasciarlo a scuola dopo dovremo pagare. Il preside infatti ha stipulato un accordo con una cooperativa, che gestirà il tempo mensa dalle 13,30 alle 14,30 e i successivi laboratori. Per questa attività le famiglie dovranno pagare: 0,52 euro a testa per l'ora di mensa ogni giorno, e 0,86 euro, sempre l'ora, per le altre attività. A noi la cooperativa ha chiesto un prezzo molto più alto, 6 euro l'ora, perché nostro figlio è disabile e quindi richiede interventi speciali. Non siamo in grado di sostenere quella spesa; ma lavoriamo tutti e due e non possiamo essere a scuola alle 13.30. Poi è ingiusto privare Giovanni della possibilità di trascorrere una parte significativa della sua giornata con i compagni".
Replica il dirigente scolastico Francesco Miroddi: "Il ragazzo è iscritto a una classe di tempo normale e noi siamo obbligati a garantirgli il servizio solo fino alle 13,30. Fino all'anno scorso potevamo coprire anche il pomeriggio, ma adesso sono stati tagliati gli insegnanti. E in ogni caso non è giusto che un docente laureato debba passare la sua giornata a tenere per mano un ragazzo come Giovanni, che ha bisogno solo di questo. Basterebbe un assistente. Io devo tener conto anche degli altri utenti, non posso sprecare risorse". Spiega invece Marina Bertiglia, direttore regionale dell'Istruzione: "I tagli non contano: alla Alberti ci saranno, quest'anno, 17 handicappati e 9 docenti di sostegno, solo uno in meno rispetto al 200102 quando i ragazzini disabili erano però 20. Ma la decisione del dirigente è ineccepibile: il ragazzo è iscritto al tempo normale e la scuola gli deve garantire il servizio in quell'orario. E con l'autonomia scolastica si può scegliere di affidare a privati le attività extra e di farle pagare. Si va sempre più in questa direzione". Paola Pozzi, assessore comunale al sistema educativo è invece perplessa: "Questa è una situazione particolare e cercheremo di intervenire. Ma è un segnale. Lo Stato risparmierà riducendo gli orari, le scuole ricorreranno sempre di più a soggetti esterni. E le famiglie dovranno pagare".