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Repubblica-Torino-È un passo avanti ma non basta ancora"

Cgil, Cisl e Asapi "È un passo avanti ma non basta ancora" Un passo avanti ma non ancora suff...

05/08/2005
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la Repubblica

Cgil, Cisl e Asapi
"È un passo avanti ma non basta ancora"

Un passo avanti ma non ancora sufficiente per sostenere di avere superato le iniquità della legge di Giampiero Leo. Cgil scuola e Cgil Federazione Formazione Ricerca che erano scesi in campo per stimolare la nuova giunta regionale ad andare in controtendenza, riducendo il finanziamento per il buono scuola e aumentando le risorse per il diritto allo studio, ora commentano positivamente l'accordo raggiunto dalle forze dell'Unione. Senza però lasciarsi andare a commenti entusiastici: "Riequilibrare è un buon principio, ma non basta livellare le somme stanziate per buono scuola e diritto allo studio, i finanziamenti per il primo dovevano essere ulteriormente abbassati", attaccano il segretario regionale Slc Cgil Alberto Artioli e il segretario della Ffr-Cgil Giancarlo Cerruti. E anche la riduzione della fascia di reddito, incalzano, non è sufficiente a convincerci che in questo modo si supera la discriminazione e i sostengono le fasce più deboli della popolazione "in continua crescita in Piemonte negli ultimi annui". Il buono scuola deve essere destinato solo alle famiglie a basso reddito, ribadisce la Cgil.
Sul piatto delle richieste la Cgil torna a sottolineare anche la necessità di allargare il paniere delle spese ammesse al finanziamento: mense, trasporti, libri, incentivi attraverso le borse di studio. Lo scopo è che a beneficiarne siano anche gli studenti delle scuole pubbliche. "Con Leo ad essere privilegiate erano le classi medio-alte".
Positiva anche la reazione della Cisl. Che nelle critiche al buono scuola metteva l'accento più sui criteri adottati che sulla riduzione dei fondi. "Bisogna contrastare la crisi occupazionale di questi anni - dice il segretario Enzo Pappalettera - intervenendo a sostegno della scuola. Anche con un sistema efficace di borse di studio. Considerato che nel 2003-2004 i fondi non sono stati spesi tutti, l'ipotesi di allargare il ventaglio mantenendo la stessa cifra ci sembra la più ragionevole". Netta la posizione dell'Asapi, l'Associazione scuole autonome piemontesi che nei giorni scorsi aveva presentato un documento articolato. In attesa di un'organica legge sul diritto allo studio - scrive il suo presidente Giulio Cesare Rattazzi - si chiede lo spostamento dei fondi non utilizzati per le scuole a gestione privata sul fondo comune per tutti, aumentandolo per quanto possibile; la diminuzione del reddito massimo che consente l'accesso alla contribuzione regionale; l'utilizzo non dell'Isee speciale previsto dalla legge 10 ma di quello normale che comprende la valutazione del patrimonio; l'allargamento del paniere di spesa familiare includendo trasporti, mensa, visite di istruzione; l'esclusione delle scuole a gestione privata a scopo di lucro; la previsione di un ruolo per le istituzioni scolastiche autonome.
(s.str.)


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