Repubblica/Torino: Contro la fuga da scuola una terapia che funziona
Abbandoni, in cinque anni un calo significativo
La Provincia: "Vogliamo arrivare a un´unica cabina di regia per organizzare meglio l´orientamento"
Ma c´è un problema: in troppi si occupano di orientare i ragazzi
TIZIANA CATENAZZO
Dal 28% di dispersione scolastica, in Piemonte, nel 2000, si è passati al 21,4% nel 2005. Il numero degli abbandoni e dei dispersi è dunque sceso del 6,6% in cinque anni: con un segnale positivo si è aperto ieri il convegno organizzato da Regione e Agenzia Piemonte Lavoro su «Orientamento: successo formativo e occupabilità». A sostegno delle azioni di orientamento, tre milioni e 400 mila euro sono i fondi stanziati dal ministero per il 2007, sei milioni e 800 mila euro quelli previsti per gli anni che vanno dal 2008 al 2010.
Ma ecco il dato su cui riflettere: in Piemonte i soggetti accreditati ad orientare e informare gli studenti, dalle scuole medie fino all´Università, sono tantissimi: le sedi attualmente accreditate sono 228. Le azioni di informazione sono realizzate in quasi tutti i centri (220 su 228), quelle di formazione orientativa in 215 sedi. La consulenza è svolta in 193 centri mentre quella più legata all´inserimento lavorativo in 178 sedi. Ciò significa che ogni anno le classi di studenti piemontesi vengono agganciate da un numero indeterminato e vario di centri privati e pubblici, sportelli di orientamento, agenzie per l´impiego, e atenei (se non quando dalle singole facoltà) che offrono di fatto un servizio poco integrato: offrendo quasi sempre un orientamento diverso.
"Vogliamo giungere a un´unica cabina di regìa, con criteri condivisi e bilanciati di anno in anno - ha spiegato Sheila Bombardi, dirigente della Provincia e referente per i progetti di ‘antidispersione´ scolastica - che personalizzino il servizio di orientamento: non è tanto utile, per lo studente, che venga sottoposto a dieci test diversi all´ultimo anno delle superiori, a loro volta strutturati in modo diverso e proposti a pioggia da facoltà umanistiche, scientifiche o ancora da altre due o tre agenzie per l´impiego già orientate in un particolare settore, con modelli e ‘suggerimenti´ di analisi dell´attuale mercato del lavoro. Meglio invece che l´orientamento sia fatto in maniera organizzata e continuativa, come una sorta di tutorato, senza l´autoreferenzialità spesso invadente di agenzie e enti, e sulla base di contenuti e criteri seri, equilibrati, condivisi. Insomma, un orientamento pubblico, chiaro, e non di settore ma funzionale alla lotta alla dispersione».
Da qui, l´idea di sottoporre ai test ‘conclusivi´ - di orientamento (quelli che in gran parte determinano l´iscrizione all´Università) già agli studenti di quarta superiore. Perché magari maturino una scelta più responsabile, ma nel frattempo abbiamo modo di iscriversi, già in quinta superiore, i pre-corsi universitari. «Con un sistema unitario - hanno aggiunto gli assessori regionali Gianna Pentenero e Angela Migliasso - puntiamo a risolvere anche i casi più difficili. Parte delle risorse verrà infatti destinata alla consulenza e all´orientamento a favore delle imprese».
Per tornare ai numeri, nel solo anno 2004-´5, sono stati contattati e orientati, 214 mila ragazzi in Piemonte fra i 12 e i 17 anni: in particolare, l´82% è stato raggiunto e coinvolto in un qualche progetto o sportello, mentre il restante 17,4% ha perso una qualsiasi di queste attività. Pesci sfuggiti alla rete, che forse oggi hanno compiuto scelte insoddisfacenti. Per le province, a Torino sono stati ‘agganciati´ dai servizi di orientamento il 15% dei giovani, a Cuneo il 27,4%, a Biella il 34,1%.
E mentre dalla Regione giunge la brutta notizia della mancata apertura di alcune sezioni ‘primavera´, pensate dal ministro per i bambini dai 2 ai 3 anni - nel capoluogo, una delle due classi non ha ottenuto i necessari permessi per problemi di spazio e igienico-sanitari - l´assessore Saragnese anticipa l´inaugurazione di tre nuovi nidi per domani: in via Orvieto 1 (per 52 bimbi), in via Fossano e in corso Mamiani.