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Repubblica/torino: Bullismo, record nelle scuole torinesi

Ricerca della Regione: quasi un allievo su due ha subito prepotenze

26/09/2006
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la Repubblica

I "ragazzi terribili" sono meno che altrove, ma molto più agguerriti. Più della violenza fisica, le vittime temono calunnie e pettegolezzi

SARA STRIPPOLI

Un ragazzo su due nella scuola elementare e uno su tre alle medie, a scuola è stato vittima o carnefice. Ha aggredito o ha subito un´aggressione fisica o verbale, ha calunniato o è stato oggetto di pettegolezzi, ha tormentato o è stato insultato. C´è il bullo leader, ideatore delle prepotenze e ci sono i «gregari», quelli che partecipano sotto la guida del leader. Poi ci sono i «sostenitori», spettatori attivi che osservano incitando o ridendo, ma senza rendersi colpevoli di atti di violenza. Secondo i dati di una ricerca curata da Marco Maggi e Chiara Solavaggione per conto dell´Associazione «Familiarmente per i diritti dei bambini», a Torino ci sarebbero fra i piccoli più vittime che bulli rispetto al resto d´Italia. Mentre su un campione italiano di 10 mila studenti, la percentuale di ragazzini che hanno subito atti «di abuso di potere» (questa la definizione di bullismo) si ferma al 40 per cento, nella nostra città il numero cresce fino al 44 su un campione di 1.764 ragazzini. Mentre il numero di bulli sembra inferiore a quello registrato nel resto d´Italia, il 13 per cento contro una media nazionale del 27 e del 20 nella scuola primaria e in quella secondaria di primo grado. E in qualche caso (il 5,7 per cento) i due ruoli di invertono, piccoli Dottor Jeckill e Mr.Hyde a volte timidi passivi, talvolta spietati prevaricatori.
Quello che sembra preoccupare i piccoli protagonisti sui due fronti di un comportamento che sembra in costante aumento, sono le bugie o le calunnie sul proprio conto: il 49 per cento dice di patire più di ogni altro tipo di aggressione proprio la malignità dei compagni. E il 47,7 per cento ammette di essere stato preso in giro per il colore della pelle, per l´aspetto fisico, per la provenienza della famiglia o per i fallimenti in aula o in palestra. E le carnefici in questo caso sarebbero le ragazzine più che i loro compagni maschi. Picchiano meno ma usano le parole come armi taglienti che possono fare più male di uno schiaffo o di uno spintone. Il 56, 8 per cento delle femmine calunnia, soltanto il 9,5 alza le mani. Il 44,2 per cento di maschi insulta, il 26 fa i dispetti, il 41,6 usa prende in giro per ferire.
Il luogo dove si consuma il bullismo è, nella maggioranza dei casi, la scuola o il cortile durante l´intervallo nella scuola media. Subito alle spalle la classe durante il cambio dell´ora. Un dato che stupisce è che, nel 24 per cento dei casi, la violenza di consuma durante l´ora di lezione. Ancora più alta la predilezione per il cortile nel caso della scuola elementare, il 78 per cento dei casi. Otto volte su 100 l´aggressione avviene durante il tragitto casa-scuola, la percentuale più bassa.
La ricerca, finanziata dalla Regione Piemonte, ha preso anche in considerazione il «pensiero morale», l´atteggiamento che i ragazzi assumono di fronte a situazioni che richiedono un giudizio di valore. I dati confermano che i bulli hanno un pensiero morale a connotazione negativa lontano da quello morale ed è interessante il dato che evidenzia che la diminuzione di senso morale diminuisce con l´aumentare dell´età. Le ragazzine in questo senso si difendono meglio dei maschi, il loro senso morale è maggiore.
Spiega il curatore Marco Maggi, che per Franco Angeli è anche autore di due testi sull´argomento: «Il bullismo è un fenomeno che viene sottovalutato e che riguarda tutte le scuole. I docenti lo osservano con preoccupazione. La prevenzione è quindi fondamentale, è complessa ma dovrebbe essere affidata ad insegnanti preparati». Anche una questione di fondi, aggiunge «che dovrebbero essere investiti in progetti specifici che coinvolgono tutti gli allievi della scuola».


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