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Repubblica-Torino- Bocciati i test della Moratti

Pagina X - Torino L'APPUNTAMENTO Critiche anche dalla scuola torinese che ha appena "digerito" gli esami "Invalsi" imposti dal ministro nelle scorse settimane Bocciati i test della...

01/05/2005
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la Repubblica

Pagina X - Torino
L'APPUNTAMENTO
Critiche anche dalla scuola torinese che ha appena "digerito" gli esami "Invalsi" imposti dal ministro nelle scorse settimane
Bocciati i test della Moratti
Prove impossibili nelle classi con gli studenti stranieri
I docenti si chiedono se i risultati verranno interpretati come pagelle per gli istituti
Martedì, organizzata dall'Andis, una prima assemblea dei prof che si oppongono
TIZIANA CATENAZZO


La scuola torinese boccia i test di italiano, matematica e scienze del ministro. Per "curare" la scuola, serve sì un sistema nazionale di valutazione, ma i test dell'Invalsi che in Piemonte sono appena terminati, sollevano i dubbi e le critiche di insegnanti, genitori e studenti di prima media, seconda e quarta elementare (che li hanno trovati decisamente più difficili dell'anno scorso, quand'erano ancora sperimentali). Nicola Puttilli, presidente dell'Andis: "Ci sono quattro aspetti su cui occorre riflettere: il primo, è la sensazione che si parta dalla coda e non dalla testa, visto che gli studenti sono stati sottoposti alle prove senza che prima si definissero i livelli di apprendimento, gli standard di prestazione attesi (né ci sono stati rapporti utili, fra i tecnici e le scuole). Il secondo è che i risultati delle precedenti sperimentazioni Invalsi contrastano nettamente con quelli dell'Ocse-Pisa, il sistema internazionale di valutazione più accreditato al mondo: dalle prime, risulta che gli studenti del nord sono decisamente 'scarsi' in matematica, mentre l'Ocse Pisa ha rilevato che ottengono risultati decisamente superiori alla media nazionale, e addirittura europea: al di là del sospetto - che al Sud gli aiuti forniti dai docenti siano maggiori e più generosi che al Nord, perché episodi di irregolarità ci sono stati - il problema non è tanto quello di individuare i migliori, e di premiarli (a rigore si dovrebbero anzi aiutare di più quelli con maggiori difficoltà&) ma rilevare le criticità al fine di poter intervenire: progettando progetti mirati, ad esempio, e dove i test rilevano competenze negative - riprogettare l'offerta didattica. Per questo, la serietà e l'attendibilità di questi risultati dev'essere assolutamente certa. In terzo luogo, è mancata la formazione degli insegnanti, specie di quanti facevano eseguire le prove. E Infine, i costi: circa 2 euro a testa, per tutti gli studenti del Paese. Per un impegno di spesa tale, bisognava forse che le prove fossero 'studiate' meglio, nei metodi e negli obiettivi, nei livelli attesi&". Se intanto docenti e presidi si chiedono a cosa sia davvero servito l'"esame", e 'come' verranno letti e utilizzati i risultati (un libro nero, una banca dati dei bravi e dei cattivi, che come in Inghilterra influenzerà mercato immobiliare e politiche edilizie?), all'elementare Parini avvertono: "Da noi il 46% degli studenti non sono italiani", e una delle 'esperte' di valutazione, Silvana Mosca, ispettrice del Miur, aggiunge: "Al di là della necessità di un sistema nazionale di valutazione da tutti auspicato, le prove Invalsi non sono campionarie (come quelle dell'Ocse-Pisa, sui quindicenni di 40 paesi di tutto il mondo) ma applicate sulla totalità degli studenti. Senza una campionatura, non ci può essere vero rigore, né attendersi alti livelli di controllo: si punta, semmai, sulla partecipazione, e sulla diffusione di una cultura della valutazione, che è anche importante e non da sottovalutare, in un Paese come il nostro che è assolutamente autoreferenziale, non disposto a farsi valutare e in cui, soprattutto, non si 'sa valutare'. Siamo veri 'inesperti', anche nell'auvalutazione interna". La prima puntata della protesta contro i test, organizzata dall'Andis all'istituto Ada Negri di via Gorizia, si terrà martedì alle 9.


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