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Repubblica/Torino: Addio vita da precario Promessa di ministro

Annuncio di Nicolais all´apertura dell´anno accademico

20/02/2007
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la Repubblica

Annuncio di Nicolais all´apertura dell´anno accademico

Addio vita da precario Promessa di ministro

A Torino sono un migliaio: 800 ricercatori e 200 impiegati

TIZIANA CATENAZZO

Finisce il precariato all´Università: il lieto, e quanto mai atteso annuncio, è stato dato ieri dal ministro per le riforme e le innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais, all´inaugurazione dell´anno accademico. «Abbiamo preso l´impegno di eliminare il precariato entro la fine della legislatura e questo vale anche per le Università. Non c´è soltanto una speranza ma la volontà - ha dichiarato in risposta a una ‘precaria´ che lo sollecitava a pronunciarsi sul futuro dei circa 800 ricercatori torinesi e 200 impiegati a tempo determinato dell´ateneo - di eliminare alla radice questa piaga sociale del nostro Paese».

In un Teatro Regio affollato (presenti l´arcivescovo Poletto, Chiamparino, Bairati, Sottile, e ancora fra le autorità Paola Pozzi, Gianfranco Caselli, Barberis, Sottile, e per l´ambito accademico i rettori Francesco Profumo, Paolo Garbarino, Passerin d´Entreves, Pier Maria Furlan segretario generale dell´italo-francese), il ministro ha dichiarato che ai 30 milioni stanziati quest´anno ‘contro´ il precariato nelle pubbliche amministrazioni, se ne aggiungeranno 60 l´anno prossimo e altri 90 l´anno successivo. In via Verdi, l´ultimo corso-concorso ha appena smaltito il 30% del precariato storico. Il ministro ha poi ribadito l´importanza per gli atenei di sviluppare sistemi ‘interni´ di autovalutazione, ma soprattutto ha attaccato con durezza il sistema autoreferenziale degli atenei. "Gli stipendi dei docenti dovrebbero venire commisurati ai risultati ottenuti nella didattica come nelle ricerca. Non esistono parametri di valutazione che tengano conto della capacità di creare spin-off, di relazionarsi con il tessuto produttivo locale e internazionale, di attrarre investimenti. Ed è limitato il giudizio sull´attività dei docenti, comprensivo anche della soddisfazione degli studenti». Un discorso buono per tutte le stagioni, quello del ministro, hanno risposto quasi coralmente i togati al termine della cerimonia, una volta usciti in piazza Castello. Ma l´insoddisfazione è appartenuta a molti ieri, dal rettore Pelizzetti (che è tornato a lamentare l´insensibilità dei media per le Università che pure lavorano per la crescita culturale del Paese) al presidente degli Studenti, Matteo Mereu, che ha denunciato la scarsità di dotazioni.

Il rettore ha sottolineato come «l´ università di Torino non è soltanto un luogo di formazione e ricerca, ma anche motore economico e di sviluppo dell´area». E ha aggiunto: «Su un piano meramente quantitativo un ateneo come il nostro, con 66.500 studenti iscritti, 7 mila dottorandi, specializzandi e studenti di terzo livello, 4 mila dipendenti fra docenti e tecnici-amministrativi e circa 4 mila lavoratori a contratto coinvolge direttamente alcune centinaia di migliaia piemontesi che ne traggono reddito, ma anche contatti, relazioni, occasioni di vita sociale». E il ministro gli ha dato ragione, definendo quella di Torino, «un modello per le altre università».


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