Repubblica/Roma: Sindacati divisi dopo gli scontri all´università. Una settimana fa la firma del protocollo per regolare i cortei in città
La Cgil: più dialogo. La Uil: rispettare le norme
«Nessuno deve permettersi di nascondersi dietro il protocollo sui cortei per colpire il diritto di sciopero e la libertà di manifestare» l´attacco è del segretario generale della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino, che appena una settimana fa era seduto al tavolo del prefetto Pecoraro per firmare, assieme agli altri sindacati confederati e ai rappresentanti di molti partiti della Capitale, il nuovo protocollo sui cortei. «Quelle norme hanno il preciso compito di regolamentare le manifestazioni, non di vietarle - prosegue Di Berardino - e per questo motivo non capisco perché alla Sapienza ci sia stato un così ingente schieramento di forze dell´ordine e gli studenti siano stati costretti a restare all´interno della città universitaria».
Per il segretario della Cgil di Roma e Lazio invece dei manganelli sarebbe stato meglio «usare il dialogo, il buon senso e la mediazione, perché le regole esistono ma è poi importante trovare delle alternative all´uso della forza per garantire così il diritto di manifestare nel rispetto delle esigenze dei cittadini e di Roma».
Difende invece l´operato della polizia il segretario della Uil di Roma e Lazio Luigi Scardaone. «Le forze dell´ordine hanno solo fatto rispettare regole che i sindacati hanno sottoscritto liberamente - dice Scardaone - e dunque non comprendo le critiche strumentali a un documento che, di fatto, ribadisce il diritto inalienabile a manifestare e a scioperare, purché si evitino conflitti con la cittadinanza e dunque si rispettino le regole stabilite nel protocollo. Addebitare ai sindacati che hanno firmato il documento volontà limitative del diritto di sciopero - prosegue Scardaone - o è tardo di comprendonio o è palesemente in malafede». Insomma, per il segretario della Uil di Roma e Lazio «se chi ruba va in galera, è giusto che chi non rispetta le regole sulle manifestazioni prenda le botte».
(laura mari)