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Repubblica/Roma: Scuole, incubo bilanci in rosso casse vuote per fornitori e supplenze

Nel 2009 il ministero doveva 170 milioni agli istituti del Lazio

05/02/2010
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la Repubblica

Dal Visconti al Giulio Cesare molti i licei che aspettano i fondi statali

SARA GRATTOGGI

incubo bilanci in rosso per le scuole della Capitale, che devono approvare entro poco più di una settimana il Programma annuale. La nota 9537 del ministero della Pubblica istruzione, università e ricerca (Miur) stabilisce che l´avanzo di amministrazione vada calcolato senza tenere conto dei residui attivi e cioè dei crediti che le scuole vantano nei confronti del Miur per spese a suo carico, come le supplenze e gli esami di Stato. «Ma così facendo – spiega Mario Rusconi, presidente dell´Associazione nazionale presidi – tutti gli istituti che hanno un fondo cassa inferiore ai residui passivi si troverebbero con i bilanci in rosso».
Una situazione paradossale, visto che molte delle scuole che risulterebbero in deficit hanno crediti con lo Stato di centinaia di migliaia di euro. Lo spiega chiaramente Paolo Mazzoli, presidente dell´Associazione scuole autonome Lazio, che riunisce 307 istituti: «Se seguissimo le indicazioni della nota e calcolassimo i residui attivi come "disponibilità da programmare" e non come crediti sicuramente esigibili, 200 delle nostre scuole sarebbero in passivo. L´ultimo dato ricevuto dall´Usr nel 2009, riferito all´anno precedente, era eloquente: il Miur doveva complessivamente agli istituti del Lazio 170 milioni di euro».
Della condizione drammatica in cui versano i bilanci, si sono accorti anche gli studenti del collettivo "Senza Tregua", che hanno condotto una ricerca nelle superiori della città, raccogliendo dati impressionanti: il Miur deve 180 mila euro al Giulio Cesare, 150 al Socrate e al Visconti, 190 all´Aristofane. Per non parlare dei residui attivi del Rossellini, Istituto di Stato per la cinematografia e la televisione, che toccano i 404 mila euro.
Estendendo l´indagine, il panorama non cambia: al Newton spetterebbero 140 mila euro, al Morgagni 130 mila, al Magarotto quasi 185 mila, al Pasteur addirittura 300 mila. La situazione è tragica anche per le scuole di grado inferiore: se la Mauri ha anticipato 178 mila euro, il circolo didattico P. M. Kolbe ne ha messi 212 mila e la Di Donato 242 mila. Sopra i 300 mila, il circolo didattico della Magliana, con 306 mila euro e l´Iqbal Masih con 335 mila euro.
«A fronte di uno stanziamento di fondi insufficiente a coprire le spese per supplenze e fornitori, la nota ci invita a dare fondo alla cassa – spiega Simonetta Salacone, dirigente di via Ferraironi – ma quelli sono soldi che i genitori hanno versato per l´ampliamento dell´offerta formativa, non per pagare i debiti dello Stato. Classificare i residui attivi come "disponibilità da programmare" non solo ci sembra l´anticamera del loro azzeramento, ma è assurdo perché quei soldi li abbiamo già spesi».
Di fronte a quella che sembra una strada senza uscita, i consigli d´istituto devono decidere se ignorare la nota (che è stata impugnata dalla Flc-Cgil davanti al Tar del Lazio) e conteggiare almeno parte dei residui attivi come entrate, se trovarsi con il bilancio in passivo o se rifiutare di approvarlo, sapendo però che in quel caso la scuola verrebbe commissariata.


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