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Repubblica/Roma: Maestro unico, la Regione dice no

Firmata una mozione per difendere "il diritto allo studio e il tempo pieno"

26/09/2008
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la Repubblica

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CARLO PICOZZA

La protesta degli insegnanti e delle famiglie contro il "maestro unico" arriva agli scranni della Pisana. E la Regione si arma per provare a mettere un cavallo di Frisia sulla strada del decreto del ministro della Pubblica istruzione. Lo fa con una mozione, già firmata dai capigruppo della maggioranza, che sarà sottoposta al Consiglio. Impegnerà «il presidente della giunta e l´assessore all´Istruzione ad assumere ogni iniziativa per garantire in tutte le scuole il diritto allo studio sancito dalla Costituzione». E si annuncia battaglia nella Conferenza delle Regioni nella quale l´assessore del Lazio, Silvia Costa, è la coordinatrice delle Politiche scolastiche.
In prospettiva c´è il rischio che l´anno prossimo il Lazio sia privato di mille e 500 maestri (10 mila in Italia). Il complesso delle scuole della regione dovrebbe essere "sfoltito" di quasi seimila insegnanti e più di mille tra impiegati e bidelli (in tutto, 87 mila nel Paese per il triennio che viene). «Il tempo prolungato nel pomeriggio», spiega Costa, «interessa la maggioranza delle scuole: su 11 mila classi delle elementari, 7 mila sono a orario modulare (30, 32 ore settimanali; ndr) e 4 mila 962 a tempo pieno (40 ore)». «Ho sollecitato il pronunciamento del Consiglio», continua l´assessore, «perché il Lazio si unisca alle altre Regioni, dall´Emilia alla Toscana, al Piemonte, nella richiesta di abrogazione o di modifica radicale di un decreto mortificante per le famiglie e per gli insegnanti delle elementari che nella graduatoria delle scuole dei Paesi dell´Ocse figurano al quinto posto per "competenze acquisite"». Le Regioni si esprimeranno la settimana prossima nella Conferenza unificata che dovrebbe riunirsi in concomitanza con il dibattito parlamentare sul decreto Gelmini.
«L´introduzione del cosiddetto maestro unico», ancora Costa, «prevede 24 ore settimanali invece delle attuali 30, 32 e delle 40 nel tempo pieno: avrà un impatto insopportabile sull´organizzazione delle famiglie e sulle casse dei Comuni, costretti a fornire servizi sostitutivi». «Le promesse della Gelmini in tutte le sedi non istituzionali, dalle televisioni ai giornali, sono senza garanzia», critica Costa. «Dalla strategia Tremonti-Gelmini emergono solo tagli: il "risparmio" di 8 miliardi nel triennio, non genererà investimenti: non un centesimo per il diritto allo studio, neanche di fronte dell´elevazione dell´obbligo di istruzione a 16 anni, niente per i buoni libro e le borse di studio, né per l´aggiornamento degli insegnanti e l´edilizia scolastica».


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