Repubblica/Roma: Finanziaria, atenei in rivolta "Spegneremo le luci in facoltà"
Dalla Sapienza a Roma Tre: "A rischio la didattica"
Oggi l´assemblea nazionale dei docenti per decidere scioperi e manifestazioni
LAURA MARI
L´ultima assemblea plenaria fu convocata nel 2003, in occasione della riforma Moratti. E ieri i docenti, gli studenti e il personale amministrativo dell´università La Sapienza sono tornati a riunirsi per prendere posizione contro le decisioni del governo Berlusconi, minacciando la possibilità di bloccare l´avvio dell´anno accademico 2008-2009. «I tagli al sistema universitario imposti dal decreto sulla finanziaria - ha sottolineato il rettore della Sapienza Renato Guarini - rappresentano un tentativo incostituzionale di riforma che, con tagli consistenti, cerca di privatizzare le università pubbliche e rende impossibile il normale svolgimento della didattica».
Una posizione, quella del rettore, condivisa anche dai docenti del primo ateneo capitolino, che questa mattina, sempre nell´Aula Magna dell´università, si riuniranno in un assemblea nazionale dei docenti universitari per decidere future forme di protesta.
«Stiamo pensando - ha annunciato il rappresentate dei docenti della Sapienza, Marco Merafina - ad un blocco dell´anno accademico, all´occupazione degli atenei e allo sciopero». Posizioni ribadite anche nella mozione preparata del prorettore vicario Luigi Frati e approvata dall´assemblea, un documento in cui viene bocciata la manovra finanziaria del governo Berlusconi e si sottolinea che con i tagli previsti dal decreto si sottraggono alla Sapienza, in cinque anni, circa 160milioni di euro di finanziamenti. «In queste condizioni - ha precisato il rettore Guarini - non si può predisporre il bilancio preventivo del 2009, perché il 90% del fondo del finanziamento ordinario statale è già destinato agli stipendi del personale accademico e se verrà tagliato, non ci saranno neanche soldi per la ricerca e i progetti». E se in autunno il bilancio non venisse approvato, la Sapienza rischierebbe il commissariamento.
Ma i tagli imposti dalla finanziaria preoccupano anche l´ateneo di Roma Tre, il cui senato accademico nelle scorse settimane ha approvato un´analoga mozione in cui si boccia, senza appello, la manovra del governo. «Abbiamo stimato - spiega il rettore del terzo ateneo capitolino, Guido Fabiani - che in tre anni l´università subirà tagli pari a circa 9 milioni di euro, il che avrà profonde ripercussioni sull´organizzazione della didattica».
In sostanza, se non verranno apportate modifiche al decreto legge sulla finanziaria, con l´inizio del nuovo anno accademico potrebbero essere cancellati alcuni insegnamenti (che verrebbero accorpati in altre materie) e potrebbero venire tagliati servizi. «Per non aumentare le tasse - annuncia il rettore dell´ateneo Roma Tre - dovremmo progettare una consistente politica di risparmio economico. Potremmo ad esempio - prosegue il rettore Fabiani - anticipare di qualche ora la fine delle lezioni, così da consumare meno energia, spegnere prima le luci degli edifici e risparmiare elettricità».
Un regime di austerity che, ovviamente, non piace a nessuno ed è per questo motivo che il rettore di Roma Tre lancia un appello al governo «affinché riveda al più presto il decreto e le misure riguardanti le università, perché con questi tagli si rischia di mettere seriamente a rischio il futuro del sistema educativo italiano».