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La denuncia: paghiamo un extra di 100 euro
VINCENZA DE IUDICIBUS
tea maisto
Si chiama contributo volontario, e sono i soldi che i genitori versano alla scuola per garantire ai propri figli l´acquisto del materiale didattico, le attività extrascolastiche, ma anche carta igienica e scottex. Di solito il contributo nelle medie si aggira intorno ai 20 euro, ma può anche toccare e superare i 100. Il pagamento è facoltativo, e viene richiesto alle famiglie al momento dell´iscrizione. «Ogni anno, attraverso i fondi statali, ci viene messo a disposizione un budget che va dai 5 mila agli 8 mila euro, che dovrebbe bastare anche per eventuali cambi di banchi, lavagne, sedie - spiega Marina Del Re, responsabile della scuola media "Massaia", a Tor de´ Schiavi - Ma i soldi non sono sufficienti a sopperire a tutte le esigenze della struttura. Ecco perché la scuola si attiva per andare incontro ai ragazzi. Il contributo che chiediamo è minimo, si tratta di circa 10-15 euro, che utilizziamo per rinnovare i tesserini con foto per l´assicurazione, acquistare libri di esercizi con cd a integrazione di quelli di testo».
Le famiglie quindi, risorsa fondamentale per gli istituti costretti a fare i conti con i tagli al settore scolastico: «L´anno scorso ci è stato chiesto un contributo di 7 euro per tentare di risolvere la situazione dell´aula di informatica, troppo piccola e calda per essere utilizzata - dichiara Sandro Loreti, che ha un figlio iscritto in prima media all´istituto Deledda di via Fortifiocca - La scuola offre poi la possibilità di fare dei corsi in orario extrascolastico pagando piccoli contributi».
È di circa 25 euro, invece, il contributo richiesto dalla Cecilio Secondo, in via dell´Aeroporto: «I soldi sono serviti anche per sostituire i mouse dei computer in aula di informatica - spiega Patrizia Maffia - Penso però che a queste spese non dovremmo pensare noi genitori, anche perché ci sono famiglie con più di due figli, e mantenerli a scuola è già un impegno importante». La pensa diversamente Dora Arpino, mamma di Federico, alunno della Belli in via Col di Lana: «Le scuole hanno un budget limitato, quindi ho aiutato con il mio contributo. In realtà sarebbe giusto finanziare un po´ di più gli istituti». «Il contributo è chiamato volontario - denuncia Romolo Pierangelini, presidente dell´Associazione genitori italiani per il Lazio - Però recentemente in alcune scuole è divenuto obbligatorio, perché chi paga può partecipare alle attività extrascolastiche, altrimenti viene escluso».
Ma i problemi da risolvere sono tanti e alle scuole non resta che ingegnarsi, partecipando ai progetti che portano più soldi. «Grazie al progetto "Archimede" - precisa Rosa Capraro, vice preside della Lombardo Radice a Pietralata - abbiamo potuto creare un laboratorio di informatica. E, solo dopo la vittoria del progetto "Lampada d´Aladino", è stato possibile fare lavori di ristrutturazione, ritinteggiare, cambiare le tende, compare vestiti per le feste di carnevale». Anche alla media Settembrini, nel quartiere Trieste, accade lo stesso: «Conto molto sui finanziamenti degli enti locali - dichiara la preside Simona Pianese - La Provincia ci ha dato 7 mila euro per un progetto di alfabetizzazione e integrazione dei diversamente abili, mentre il municipio II ci ha dato 10 mila euro per un progetto sul bullismo che garantisce anche l´intervento di psicologi in classe».
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