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Repubblica-Palermo-Una scuola su tre non è sicura

Il 31 dicembre è scaduto il termine per completare i lavori. Finanziate solo il 30 per cento delle istanze Una scuola su tre non è sicura Sono 1.400 gli istituti siciliani che devon...

01/02/2005
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la Repubblica

Il 31 dicembre è scaduto il termine per completare i lavori. Finanziate solo il 30 per cento delle istanze
Una scuola su tre non è sicura
Sono 1.400 gli istituti siciliani che devono adeguarsi alle norme
La Regione non si nasconde: "Richieste per 275 milioni di euro, contributi solo per 85. La situazione è davvero disastrosa"
SALVO INTRAVAIA


In Sicilia, una scuola su tre è fuorilegge. Il termine per l'adeguamento degli edifici scolastici è scaduto 31 dicembre 2004 e la proroga (fino al termine del 2005) deliberata in extremis il 29 dicembre scorso dalla Regione, vale solo per i lavori di adeguamento alle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro coperti da finanziamento. In pratica, le scuole - e per loro gli enti locali di competenza - che sono riuscite ad accaparrarsi il finanziamento hanno a disposizione ancora 11 mesi di tempo per espletare la gara d'appalto, avviare i lavori e completarli. Le scuole rimaste fuori dai piani economici (circa 1.400) sono dal primo gennaio formalmente fuorilegge: Comuni (per le scuole materne, elementari e medie) e Province (per le scuole superiori) avrebbero dovuto completare i lavori entro la fine di dicembre. Termine, quello del 31 dicembre 2004, prorogato per ben quattro volte e spostato in avanti di otto anni. Insomma, almeno per il momento, niente più proroghe al buio ma una sostanziosa fetta di edifici rimane fuorilegge.
Stando alle richieste avanzate dagli enti locali, la Regione è riuscita a finanziare solo poco più del 30 per cento delle istanze. Per la restante parte si aspettano nuove risorse che non si sa da dove arriveranno. "La situazione è disastrosa - commenta Maria Concetta Caviglia, architetto della Regione che sta seguendo la questione - Le richieste pervenuteci ammontano a 275 milioni di euro, ma siamo riusciti a finanziare solo 85 milioni" Infatti, il cosiddetto decreto mille proroghe approvato dal governo lo scorso 9 novembre "al fine di consentire la completa utilizzazione delle risorse stanziate per l'adeguamento a norma degli edifici scolastici" consente alle Regioni, "a fronte di comprovate esigenze", di fissare una nuova scadenza del termine in questione "comunque non successiva al 31 dicembre 2005, relativamente alle opere di edilizia scolastica comprese nei rispettivi programmi di intervento". L'intervento legislativo era stato richiesto a gran voce dall'Anci (l'Associazione nazionale dei Comuni italiani) e dall'Upi (l'Unione delle Province italiane) perché sugli adeguamenti il ritardo degli enti locali è ancora enorme. E in Sicilia la situazione è drammatica.
Nell'Isola sono presenti 1.188 scuole che si sviluppano in 4.296 edifici scolastici: ogni istituzione scolastica si articola mediamente in tre-quattro plessi. Circa il 40 per cento degli edifici è in affitto e spetta ai proprietari adeguarli alle norme. La restante parte è di proprietà degli enti locali che devono farsi carico degli adeguamenti. Secondo un recente studio della Svimez (l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) le province siciliane sono in cima alla classifica per numero di "aule precarie". Aule ospitate in "edifici precariamente adattati ad uso scolastico e che presentano un livello scadente nella copertura, nell'impianto elettrico, nell'impianto fognario, nell'impianto di riscaldamento, nell'impianto idrico e nei pavimenti". Tanto per non restare nel vago, aule gelide, con i tetti spesso scrostati dall'umidità, con i pavimenti mezzi dissestati e i bagni non sempre funzionanti al meglio. Solo a titolo di esempio, fra le cento province prese in considerazione dalla Svimez, quella di Siracusa è al primo posto (con ben 73,6 "aule precarie" su 100) nella scuola media e Caltanissetta è al quarto posto (con 23,1 su 100) nella scuola elementare. La provincia di Palermo, sempre secondo lo studio, può contare il poco lusinghiero primato di 15 "aule precarie" su 100 all'elementare, 19 alla media e 20 al superiore. A questo punto l'unica speranza è una nuova proroga anche per tutti gli altri edifici.


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