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Repubblica-Palermo-Sui diplomifici scatta l'inchiesta

I PROBLEMI DELL'ISTRUZIONE Parla il direttore dell'Ufficio scolastico regionale: "Abbiamo denunciato gli istituti che non pagano gli insegnanti" Sui diplomifici scatta l'inchiesta ...

21/04/2004
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la Repubblica

I PROBLEMI DELL'ISTRUZIONE
Parla il direttore dell'Ufficio scolastico regionale: "Abbiamo denunciato gli istituti che non pagano gli insegnanti"
Sui diplomifici scatta l'inchiesta
Dall'Ars appelli all'assessore: "Blocchi le maturità facili"
Di Stefano: "Proporrò al ministro di fissare un tetto al numero dei privatisti agli esami"
Segreto del Nuovo Psi e Ferro di Primavera siciliana chiedono a Granata di intervenire
SALVO INTRAVAIA


È bufera sulle scuole private siciliane. Dopo l'inchiesta pubblicata ieri da "Repubblica" che ha messo in luce un boom di privatisti e "saltanti" alla prossima maturità, due deputati all'Ars incalzano il governo regionale. Mentre il direttore Guido Di Stefano, proconsole nell'Isola del ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, spiega la sua ricetta per arginare il fenomeno. Il capogruppo del Garofano all'Ars, Pippo Segreto, parla di dati "inquietanti" e aggiunge: "Il dubbio che in alcune scuole private dell'Isola qualcosa non vada per il verso giusto cova già da tempo nelle menti di tanti cittadini siciliani. Ma che i diplomi, in alcuni casi, vengano di fatto regalati senza che nessuno senta l'esigenza di smentire tutto ciò costituisce un fatto gravissimo".
E Giovanni Ferro, deputato di Primavera siciliana, annuncia che chiederà oggi la convocazione urgente dell'assessore Granata in commissione Cultura "affinché venga a riferire sugli istituti parificati e sulle anomalie eventualmente riscontrate. E questo anche ai fini di un'eventuale modifica della legge regionale in vigore. La patologia - sostiene Ferro - sta nel fatto che il personale docente non è selezionato con criteri di professionalità".
I numeri che mettono a nudo la realtà dei "diplomifici" sono pochi ma significativi. Nelle paritarie della Sicilia un candidato su tre ai prossimi esami di Stato è privatista (si presenterà dinanzi alla commissione senza avere seguito una sola lezione in classe) o "saltante", per merito (promosso con "otto" in tutte le materie) o per obblighi di leva. Rispetto a un anno fa, il fenomeno fa registrare un incremento del 40 per cento, mentre nelle scuole statali è appena del cinque per cento. "Il fatto che attorno al settore delle scuole private della Sicilia - prosegue Segreto - ruoti un business da 7 milioni di euro rende ancora più grave la vicenda. Il governo della Regione non può ignorare quanto accade. Servono provvedimenti urgenti, per esempio controlli a tappeto, da adottare in tempi brevi, possibilmente prima che inizi la prossima sessione di esami di maturità".
Di Stefano, direttore dell'ufficio periferico del ministero, fa sapere che con le poche risorse a disposizione i controlli sono già in atto ma che le istanze dei privatisti sono pressoché tutte a posto. "Nella maggior parte dei casi si sono riscontrate piccole irregolarità, subito sanate dagli interessati". Quello che però gli ispettori non sono ancora riusciti a verificare è il possesso dei requisiti, autocertificati dai gestori all'atto della richiesta, per ottenere e mantenere la parità scolastica, in Sicilia rilasciata dall'assessorato regionale alla Pubblica istruzione, retto da Fabio Granata. Per farlo occorrerebbe un corpo di ispettori regionali, previsto dalla legge sulla parità scolastica ma che da tre anni non riesce a decollare.
"Non si può certo mettere sul banco degli imputati tutto il settore delle private siciliane. Ma il dato delle paritarie è obiettivamente anomalo e salta all'occhio", ammette Di Stefano, che fa sapere di avere già riferito al ministro sul caso siciliano. Intanto, però, per i controlli su tutte le scuole siciliane, pubbliche e private, il direttore dell'Ufficio regionale ha solo 16 ispettori. Per evitare dunque che i "diplomifici" prosperino ulteriormente, proporrà subito alla Moratti "un tetto massimo per i privatisti, proporzionale al numero di candidati interni, e più presidenti di commissione agli esami di Stato". Cioè gli unici componenti esterni che, dopo la riforma della maturità varata dal governo Berlusconi, sono costretti a seguire contemporaneamente anche venti commissioni.
Poi, tolleranza zero nei confronti dei gestori che pagano con stipendi da fame, o non pagano affatto, gli insegnanti. "Ci giungono insistenti voci in tal senso - dice Di Stefano - ma è difficile agire, perché gli insegnanti non parlano per paura di perdere il punteggio. Tuttavia stiamo ricorrendo anche a interventi non strettamente amministrativi". Cioè denunce alla Procura e alla Guardia di finanza.


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