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Repubblica/Palermo: Studenti siciliani dietro la lavagna

Test sulle scuole medie italiane: a Palermo i più "somari"

12/09/2006
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la Repubblica

I risultati collocano la regione agli ultimi posti della graduatoria debacle nell´uso della lingua
Ricerca Invalsi sulla preparazione in italiano, matematica e scienze elementari ok, flop alle superiori
L´esperto: "Pesano la dispersione e le condizioni economiche Le colpe della società"
SALVO INTRAVAIA

La scuola siciliana è in fondo alle classifiche nazionali. A decretarlo, questa volta, è l´Invalsi, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Questa volta il primato negativo non è il pessimo stato dell´edilizia scolastica o la cronica carenza di risorse. La Sicilia viene bocciata per le lacune mostrate dagli alunni sui cosiddetti saperi e sulle abilità. Per l´Invalsi gli studenti siciliani sono tra i più somari d´Italia. È il verdetto dei test di Italiano, Matematica e Scienze svolti nel 2005-2006 nelle seconde e quarte elementari, nelle tre classi della media e nelle prime e terze superiori. Nella speciale classifica per regioni, la Sicilia è quartultima in compagnia della Campania. Ma quello che preoccupa è la maglia nera assegnata ai ragazzini delle scuole medie siciliane. Piuttosto pesante risulta anche la bocciatura rimediata dagli studenti delle superiori. Vanno decisamente meglio le cose alla scuola elementare, dove i bambini dell´Isola hanno superato l´esame a pieni voti classificandosi addirittura terzi in tutta Italia. Ma globalmente la scuola siciliana, di fatto a due velocità, viene ancora una volta bocciata e quello che a prima vista sorprende è il crollo, stando ai numeri dell´Invalsi, che si registra dopo l´esame di quinta elementare.
Nel primo ciclo del sistema scolastico italiano, la scuola primaria, i piccoli delle seconde e quarte classi elementari fanno un figurone in matematica (primi assoluti) e in scienze. Meno bene, ma sempre al di sopra dalla media nazionale, in italiano. L´inspiegabile tonfo arriva alla scuola media. I ragazzini siciliani figurano in fondo alle classifiche in tutti e tre i campi indagati: italiano, scienze e matematica. Un´altra figuraccia viene collezionata dagli studenti delle prime e terze classi della scuola superiore, che non vanno oltre il penultimo posto. Gli iscritti al primo anno della scuola secondaria di secondo grado (i licei e gli istituti tecnici) risultano piuttosto scarsi in italiano, un po´ meno in matematica e scienze: riescono a offrire performance un po´ più accettabili i ragazzini delle terze classi. Le prove Invalsi, parecchio criticate anche dal neo ministro Giuseppe Fioroni, sono costituite da più batterie di test uguali per tutte le scuole italiane. Si tratta di quesiti sulla comprensione del testo scritto e sulla conoscenza delle regole grammaticali, di piccoli problemi di matematica e domande di scienze. Per tutti i test il punteggio è articolato in centesimi. E se in Sicilia le cose vanno decisamente male, a Palermo la scuola scricchiola ancora di più. Nel capoluogo siciliano non si salvano neppure i piccoli della scuola elementare che si beccano un voto (77,34 su 100) di due punti inferiore alla media nazionale. Su 103 province italiane i ragazzini della media palermitana sono ultimi in assoluto. E anche guardando i risultati degli studenti di licei e istituti tecnici non c´è da stare allegri. Ma di chi è la colpa di quello che sembra uno sfacelo per la verità abbastanza annunciato? Degli alunni o degli insegnanti? Maurizio Gentile, psicologo, responsabile dell´Osservatorio regionale sulla dispersione scolastica e sul successo formativo, non è molto sorpreso da questi dati. «Rispecchiano - dice Gentile - i dati sulla dispersione scolastica raccolti dall´Osservatorio siciliano». Gli ultimi dati diffusi in Sicilia hanno rilevato una percentuale in aumento di studenti promossi «con debito» in una o più discipline e la «solita» dispersione scolastica (bocciature, abbandoni ed evasori) alla media, di gran lunga maggiore rispetto alle medie nazionali. Gentile spiega anche perché dopo la scuola elementare c´è il crollo. «La scuola elementare è ancora basata sugli aspetti affettivo-relazionali, mentre la scuola secondaria (media e superiore) è impostata più sulle competenze disciplinari». In sostanza, le maestre della scuola elementare riescono a coinvolgere meglio gli alunni di quanto non sappiano fare i colleghi che li prendono in carico successivamente. «Per carità, non bisogna gettare la croce sui docenti, che fanno quello che possono. Il diverso approccio è tradizionalmente presente nel modello scolastico italiano. Il tutto accentuato dall´età media degli insegnanti, che supera i 50 anni», spiega l´esperto. E il gap con il resto del Paese? «Non dobbiamo dimenticare che in Sicilia e a Palermo ci sono tante zone a rischio e che sulle prestazioni degli alunni incidono anche le condizioni socio economiche», aggiunge Gentile che ritiene responsabile del fenomeno «l´intera società siciliana, non solo la scuola».


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