Repubblica-Palermo-Scuole sporche, è già caos emergenza in cento istituti

Le coop che sostituiscono i bidelli lamentano ritmi di lavoro eccessivi
Scuole sporche, è già caos emergenza in cento istituti
Gli ex lsu: "Così non ce la facciamo"
Nelle sedi scolastiche in crisi ogni addetto può pulire da solo fino a quindici aule
SALVO INTRAVAIA

La protesta dei bidelli si allarga e gli ex lsu delle cooperative cominciano a stancarsi di tamponare la situazione. In parecchi casi sono costretti a sobbarcarsi, senza alcuna gratificazione economica aggiuntiva, il lavoro di due o tre persone. "Ho molti dubbi - dichiara il presidente della cooperativa Istruzione pubblica, Francesco Amato - che i nostri collaboratori scolastici a questi ritmi di lavoro possano resistere fisicamente fino a giugno. Non mi sento di garantirlo, al contrario dello scorso anno, anche perché con diversi dirigenti scolastici i nostri operatori non riescono a trovare le giuste gratificazioni"". Gli ex lsu, stabilizzati nel 2000, che lavorano nelle scuole come collaboratori scolastici sono attualmente 467 (quelli dipendenti dalla cooperativa Istruzione pubblica sono 172, gli altri sono forniti dalla Comitini e dalla Pubblica istruzione) e coprono i vuoti di organico presenti nelle singole scuole. Ma da quando è scoppiata la protesta degli esecutori scolastici trasferiti quattro anni fa dagli enti locali allo Stato con la qualifica di bidello, non bastano a fronteggiare l'emergenza. Nelle scuole in crisi si ritrovano a pulire 8 o anche 15 aule a testa, più le relative pertinenze, anziché le 4 o 5 dei colleghi delle scuole non coinvolte nella protesta. Intanto, al Centro servizi amministrativi (l'ex provveditorato agli studi) diretto da Paolo Giambalvo ogni giorno arrivano le comunicazioni dei capi d'istituto sul numero degli esecutori che dicono no a ramazza, secchio e straccio. Nel giro di 24 ore l'elenco predisposto dagli impiegati del provveditorato si è allungato notevolmente, coinvolgendo ormai una ventina di scuole. Ma quelle dove sono presenti addetti che incrociano le braccia sono quasi cento. Alle scuole maggiormente in crisi dei giorni scorsi - come le elementari Partanna Mondello, Rosolino Pilo, Capitano Basile e De Amicis, l'istituto comprensivo Principessa Elena e l'istituto tecnico commerciale Crispi di Palermo - si sono aggiunte le direzioni didattiche Salgari e Giovanni XXIII, dove quasi tutti gli esecutori in servizio dichiarano di volersi astenere dalle pulizie. In provveditorato si cerca di tamponare la situazione spostando gli ex Lsu da una scuola all'altra, ma non sembra questa la soluzione al problema che si trascina da 4 anni e che non sembra trovare soluzione neppure con il pugno di ferro annunciato da Giambalvo e messo in atto da alcuni capi d'istituto che hanno avviato le trattenute sullo stipendio degli esecutori ribelli. Lo zoccolo duro, che prende forza dalle sentenze del tribunale di Palermo che hanno dato ragione ad alcuni colleghi, è composto da oltre 200 ex bidelli. Ma tutti gli esecutori scolastici, transitati dal primo gennaio 2000 da Comune e Provincia di Palermo allo Stato, sono quasi 800. Molti di loro, che nel passaggio hanno subito anche una consistente decurtazione sullo stipendio, pur essendosi rivolti alla giustizia amministrativa continuano a fare le pulizie. Ma sulla scuola palermitana è sempre innescata una vera è propria bomba ad orologeria: se ai 200 irriducibili se ne dovessero aggiungere altri le scuole resterebbero sommerse dalla sporcizia.