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Repubblica-Palermo-Scuole private, "primine" a rischio

La riforma Moratti prevederebbe l'abolizione dell'esame di idoneità per i bambini che frequentano le elementari anzitempo Scuole private, "primine" a rischio Ma in attesa del decreto...

17/01/2004
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la Repubblica

La riforma Moratti prevederebbe l'abolizione dell'esame di idoneità per i bambini che frequentano le elementari anzitempo
Scuole private, "primine" a rischio
Ma in attesa del decreto le segreterie accettano ancora le iscrizioni
L'istituto Minutoli: "Sarebbe una batosta" Un genitore: "Se mio figlio non può andare in prima a 5 anni, lo iscrivo alla pubblica"
SALVO INTRAVAIA


Il passaparola nelle scuole private in queste settimane ha seminato panico tra i genitori: "La Moratti toglie le "primine" alle private". Il decreto attuativo della riforma dei cicli scolastici, infatti, abolisce gli esami di idoneità, quelli che, per intenderci, hanno consentito a generazioni di bambini sotto età di andare in prima a cinque anni e approdare poi a una regolare seconda elementare dopo aver superato l'esame di idoneità in una scuola pubblica.
Ma il decreto ancora non c'è, non si sa se e quando ci sarà, e soprattutto non si sa come sarà né da quando entrerà in vigore. In questo totale clima di incertezza, se la circolare emanata qualche giorno fa dal ministro Moratti ha fornito delle indicazioni per le iscrizioni nelle scuole pubbliche, nulla ha chiarito per le private. Che, dunque, in queste settimane si trovano a raccogliere le iscrizioni per la prima elementare senza sapere se e da quando la "primina" verrà abolita.
"Fino a quando non ci sarà un decreto - dicono all'unisono in tutte le segreterie degli istituti privati - la legge resta quella vigente, che consente cioè anche ai bambini che non compiono i sei anni entro il 28 febbraio 2005 di affrontare gli esami di idoneità da privati". E dunque, le scuole elementari non statali della provincia di Palermo stanno tutte regolarmente accogliendo le iscrizioni per il prossimo anno scolastico e, come accade da decenni, nelle segreterie si presentano tantissimi genitori che per qualche settimana o mese di ritardo rispetto ai tempi stabiliti dalla norma non se la sentono di fare perdere un anno intero ai propri figli.
Ma se il primo decreto legislativo di attuazione della legge di riforma dovesse essere approvato senza modifiche con decorrenza dal prossimo primo settembre, come nelle intenzioni della Moratti - "non vi potrà essere nessun salto in avanti se non quello ordinario conseguente all'anticipo", si legge nel commento ministeriale alla bozza del decreto stesso, e mamme e papà che in questi giorni stanno firmando i moduli d'iscrizione nelle private cittadine per fare frequentare la "primina" ai propri figli potrebbero avere la sgradita sorpresa di non poter fare loro sostenere gli esami di idoneità in seconda classe perché la legge non lo consentirà più, né alla statale né alla privata. Così i piccoli dopo avere studiato un anno intero sarebbero costretti a rifrequentare la prima classe, perché sotto età.
Per le 67 scuole elementari non statali della provincia di Palermo (di cui 62 solo in città) che in questi giorni e fino alla fine del mese stanno cercando di accaparrarsi il maggior numero di iscritti per il prossimo anno scolastico sarebbe davvero una brutta notizia. Che una consistente fetta dei bambini che frequentano le scuole elementari private, oggi, sia costituito dai cosiddetti "primini" e che su questi facciano affidamento i gestori per impinguare le casse dei propri istituti non è certo un segreto. "Per noi, è una batosta tutta la riforma", dice Sabrina Minutoli, coordinatore scolastico dell'istituto Minutoli di Palermo. Il riferimento è all'anticipo stabilito dal ministero che dovrebbe determinare una migrazione di bambini dalle scuole private alle statali. "E l'abolizione delle "primine" - continua il capo d'istituto - costituirebbe un ulteriore danno". E un genitore a caccia di chiarimenti commenta: "Mando mio figlio alla privata per farlo andare in prima a cinque anni, se non sarà più possibile lo manderò in una scuola pubblica. Perché dovrei pagare una retta così salata?".


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