Repubblica-Palermo-Scuole private, corsa alla parità
Dopo il boom di "maturi" altri 23 istituti vogliono commissioni interne Primo sì del provveditorato alle richieste dei gestori che dovranno applicare il contratto ai propri docenti Scuole private, ...
Dopo il boom di "maturi" altri 23 istituti vogliono commissioni interne Primo sì del provveditorato alle richieste dei gestori che dovranno applicare il contratto ai propri docenti
Scuole private, corsa alla parità
SALVO INTRAVAIA
Boom di richieste di parità da parte delle scuole private palermitane. Sono 23 le domande presentate dalle scuole superiori legalmente riconosciute e trasmesse nel luglio scorso dal Centro servizi amministrativi l'ex provveditorato agli studi, ora Csa all'assessorato regionale alla Pubblica istruzione. Nell'arco di un paio di mesi l'assessore Fabio Granata firmerà il terzo decreto, in ordine di tempo, che quasi certamente riconoscerà a tutte le 23 scuole che ne hanno fatto richiesta lo status di scuola del servizio pubblico non statale.
Per rendersi conto che per le scuole legalmente riconosciute di città e provincia si tratta di una vera e propria "corsa alla parità" probabilmente resa conveniente dalla politica di sostegno nei confronti delle scuole paritarie portata avanti dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti bastano pochi numeri. Nel primo decreto, del maggio dello scorso anno, le scuole non statali considerate dall'assessorato con le carte in regola per essere dichiarate paritarie erano state in provincia di Palermo appena otto, sei delle quali in città, e nel secondo decreto del febbraio scorso le scuole "promosse" erano state 18, ma tra queste c'erano anche i cinque istituti provinciali di cultura e lingue (i licei linguistici) che di fatto sono da considerare scuole pubbliche.
Fino a oggi, quindi, le scuole superiori paritarie, su un totale di 54 istituti presenti in provincia, sono in tutto 24. Fra qualche settimana, con l'aggiunta delle 23 scuole che hanno presentato richiesta, quasi tutte le private palermitane saranno paritarie. Infatti è quasi certo che tutte le pratiche trasmesse dal Csa all'assessorato avranno l'ok, visto che, prima di essere inviata negli uffici di via Magliocco, la documentazione di ogni scuola (per quattro scuole è stato richiesto un supplemento) è stata supervisionata da Guido Di Stefano, dirigente del Csa e componente della commissione regionale che concede le parità.
Del resto, per superare tutti gli ostacoli e ottenere la parità, sulla base della normativa vigente, è sufficiente che il titolare della scuola presenti una serie di dichiarazioni che attestino il possesso degli otto requisiti stabiliti dalla norma tra i quali la "disponibilità di locali e arredi propri del tipo di scuola e conformi alle norme vigenti" e il rispetto "dei contratti collettivi nazionali del settore" e i controlli, per la penuria di ispettori, sono pochissimi.
Per diverse scuole non statali, però, sarà difficile far tornare i conti. Mantenere una classe per un intero anno scolastico, infatti, costa attorno a 41 mila euro e la maggior parte delle scuole paritarie ha un numero medio di alunni per classe attorno alle dieci unità. Queste cifre porterebbero, soltanto per coprire le spese, a rette superiori ai 4 mila euro l'anno. Cifre che risultano fuori mercato, visto che la retta media a Palermo, considerando anche gli alunni delle prime classi che in parecchi istituti pagano rette simboliche o non pagano affatto, è di 2.100 euro.
Ma, a fronte di qualche obbligo in più, i vantaggi per le scuole private sono notevoli. Quest'anno, per esempio, le paritarie hanno potuto giudicare, per la prima volta in assoluto, con i propri insegnanti gli studenti alla maturità. Ed ecco il boom di promossi. Su un campione di 1.065 alunni pari al 70 per cento del totale che il mese scorso hanno conseguito il fatidico "pezzo di carta", c'erano soltanto due bocciati. Nel 2001, quando la commissione era ancora formata per metà da membri interni e per l'altra metà da commissari esterni, gli alunni che non riuscivano a superare l'esame di Stato su un campione simile a quello preso in considerazione quest'anno erano cinque su cento. Un paio di esempi tra i tanti possibili: nessun bocciato quest'anno all'esame di Stato all'istituto tecnico commerciale No.Ve. Studi, che dodici mesi fa aveva contato 24 bocciati su 66 alunni (oltre un terzo), e al Platone, dove i bocciati furono il 4 per cento.