Repubblica-Palermo-Scuole con l'acqua alla gola e i presidi si ribellano "Non pagheremo la Tarsu"
IL CASO Cartelle da centomila euro, scatta la protesta Scuole con l'acqua alla gola e i presidi si ribellano "Non pagheremo la Tarsu" SALVO INTRAVAIA ...
IL CASO
Cartelle da centomila euro, scatta la protesta
Scuole con l'acqua alla gola e i presidi si ribellano "Non pagheremo la Tarsu"
SALVO INTRAVAIA
Tarsu, un incubo per le scuole. La Provincia ha comunicato ai presidi che i fondi per pagare la tassa sui rifiuti vanno presi da quelli per le cosiddette spese di funzionamento. E i capi d'istituto si trovano di fronte al dilemma: pagare o evadere? Alcuni hanno deciso di non sborsare un centesimo, altri stringono la cinghia o versano solo una parte dell'importo. Ma chi non paga rischia di vedere arrivare l'ufficiale giudiziario per il pignoramento di banchi e sedie. "Per la Tarsu - dice Vincenzo Miceli, preside del tecnico commerciale Crispi - spendiamo quasi il 60 per cento dell'assegnazione provinciale". E alcune porte restano rotte da anni perché i fondi non bastano. "È assurdo - continua Miceli - che le scuole siano considerate "opifici". Noi produciamo solo un paio di sacchi di immondizia al giorno".
C'è chi ha deciso di sottrarsi al giro di vite del Comune proclamando lo sciopero fiscale. "Noi dirigenti scolastici aderenti all'Associazione delle scuole autonome della Sicilia - annuncia Salvatore D'Agostino, preside del liceo scientifico Galilei - abbiamo deciso di non pagare: il regolamento provinciale non prevede tra le spese di funzionamento il pagamento della Tarsu". Con i circa 1.300 euro a classe che la Provincia assegna le scuole devono provvedere alla manutenzione degli impianti, all'acquisto del materiale di cancelleria, di pulizia e di piccoli beni. La Tarsu prosciugherebbe le casse.
Al liceo classico Meli la tassa ammonta a 99 mila euro. "Una cifra spropositata - si inalbera il preside Sergio Lo Monaco - Dopo avere pagato un acconto di 20 mila euro, non la paghiamo più. Dovremmo, in alternativa, far cadere la scuola a pezzi". All'istituto nautico Gioeni Trabia la Tarsu è pari all'80-90 per cento dei fondi provinciali. "Se avessi pagato - dice il preside Vincenzo Augugliaro - avrei dovuto lasciare in piedi i ragazzi. Ho preferito comprare banchi e sedie. E poi, la nostra spazzatura è quasi tutta carta che viene prelevata dalla Croce rossa". Le scuole elementari e medie, gestite dal Comune, questa tassa non la pagano. "Appena arriva la cartella - dice Leopoldo Ceraulo, preside della media Marconi - la rispediamo al Comune".
Secondo l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Vincenzo Gargano, "i presidi non hanno torto. Ci stiamo adoperando col Comune affinché le scuole vengano esentate, a patto che si adoperino per sviluppare negli studenti la cultura della raccolta differenziata".