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Repubblica-Palermo-Scuola, tutti i tagli di Tremonti

DOMENICA, 13 NOVEMBRE 2005 Pagina VI - Palermo Cancellati 29 milioni di euro dal bilancio dell'ufficio regionale, prevista una riduzione degli impegni anche sulle missioni e le bollette...

13/11/2005
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la Repubblica

DOMENICA, 13 NOVEMBRE 2005
Pagina VI - Palermo
Cancellati 29 milioni di euro dal bilancio dell'ufficio regionale, prevista una riduzione degli impegni anche sulle missioni e le bollette del telefono
Scuola, tutti i tagli di Tremonti
La Finanziaria decurta il budget per supplenze e aggiornamento
La scure sui gettoni di presenza a convegni e seminari, sui buoni pasto e sulle nomine provvisorie del personale docente
SALVO INTRAVAIA


Meno supplenze, aggiornamento per i docenti e spese per gli uffici: la scuola siciliana, ancora una volta, sarà costretta a stringere la cinghia. La legge finanziaria per il 2006 - approvata al Senato col voto di fiducia venerdì e dalla settimana prossima in discussione alla Camera - prevede un cospicuo taglio rispetto allo scorso anno sui trasferimenti di risorse alle regioni. Il bilancio dell'Ufficio scolastico regionale della Sicilia sarà decurtato di oltre 29 milioni di euro. Una parte del taglio colpirà gli uffici periferici del ministero dell'Istruzione in Sicilia, ma la fetta più consistente dei tagli peserà sulle scuole. "Tagliando sulla quota che serve a elevare la qualità dell'offerta formativa, siamo di fronte a una scuola che assicura sempre più la sola sussistenza", commenta Enza Albini, segretario regionale della Flc Cgil.
Già, perché degli oltre 4 miliardi di bilancio gestiti dal direttore generale, Guido Di Stefano, le cosiddette "spese giuridicamente obbligatorie" (stipendi, oneri previdenziali e altro) incidono per il 93,3 per cento. Così, il taglio di 29,143 milioni previsto dal governo fa saltare oltre il 10 percento delle risorse destinate alla elevazione della qualità dell'istruzione. "In Sicilia - aggiunge Albini - l'effetto è poi moltiplicato dalla fallimentare politica, nella scuola e nella formazione professionale, del governo Cuffaro che in questi anni è stata segnata dall'assenza di investimenti e di interventi, che hanno portato la l'istruzione siciliana agli onori della cronaca per l'edilizia fatiscente e a rischio, per le condizioni igieniche da terzo mondo, per la refezione scolastica offerta ai bambini quasi a fine anno: una politica che ci vede unici in Italia a non avere una legge sul diritto allo studio ma solo buoni scuola e una tantum, attesi dai genitori dal lontano 2002".
L'anno prossimo, gli impiegati dei Centri servizi amministrativi (gli ex provveditorati agli studi) e dell'Ufficio scolastico regionale (Usr) dovranno centellinare telefonate e telegrammi. Ma non solo. In pericolo, oltre che i gettoni di presenza per convegni e seminari, anche i buoni pasto, gli straordinari e le spese di aggiornamento del personale. Ma è sulle 1.086 istituzioni scolastiche dell'Isola che la scure del governo Berlusconi cadrà pesantemente. In base alle previsioni, le scuole dovranno contrarre le spese per oltre 28 milioni di euro.
Il bilancio per l'anno prossimo prevede riduzioni nei capitoli di spesa per le supplenze del personale docente e non docente. "Questo creerà il panico fra i dirigenti scolastici, che - come è già avvenuto in passato - per paura di non riuscire a coprire le spese non nomineranno i supplenti o li nomineranno in ritardo", continua Albini. E ancora, meno risorse a disposizione per l'aggiornamento degli insegnanti e per la realizzazione della cosiddetta autonomia scolastica. Lo scorso mese di ottobre, il ministro Tremonti aveva già effettuato una improvvisa scorribanda sul bilancio della scuola siciliana, decurtandolo - per il 2005 - di 8,7 milioni. Per il 2006 il sacrificio sarà più consistente. Del resto, lo stesso ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, non ha nascosto la verità. In sede di discussione del bilancio ha parlato di "consapevolezza della necessità di contenere la spesa pubblica, per la difficile situazione economica del Paese e dell'intera Europa".
"Gli interventi - secondo il ministro - hanno in particolare segnalato l'esigenza di preservare, per quanto possibile, scuola, università e ricerca dai tagli, che il Governo e tutte le istituzioni del Paese sono chiamati a sostenere". E ammette che "in quest'ottica si sono dovute operare scelte difficili". Potranno invece dormire sogli tranquilli i gestori delle scuole non statali: per loro i trasferimenti cresceranno del 2 per cento.


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