Repubblica/palermo: Scuola, tagliate 2.200 cattedre
La soppressione dei posti da insegnante è pari al 21 per cento del totale. Doccia fredda per i supplenti rientrati dal Nord
I sindacati: novemila alunni in meno non giustificano la scure
SALVO INTRAVAIA
Più di 2 mila e 200 cattedre in meno nell´Isola per il 2008/2009. Ecco il prezzo che la scuola siciliana sarà costretta a pagare al risanamento della spesa pubblica. La circolare sugli organici del prossimo anno scolastico non è stata ancora resa nota dagli uffici del ministero della Pubblica istruzione ma le informazioni più importanti sono già trapelate. In Sicilia saranno tagliate, tra organico di diritto e organico di fatto (tra gennaio e settembre) 2.228 posti, pari al 21 per cento del totale nazionale. Il taglio, come sostengono i sindacati regionali, è giustificato solo parzialmente dal decremento della popolazione scolastica. Una fetta consistente delle oltre 2 mila cattedre in questione sarà sacrificata per ottemperare al dettato legislativo dell´ultima Finanziaria. Gli effetti negativi paventati dai rappresentanti dei lavoratori sono il sovraffollamento delle classi, l´impennarsi della dispersione scolastica e l´abbassamento complessivo della qualità dell´offerta formativa.
«Piove sempre sul bagnato», sbotta Angelo Prizzi, segretario regionale della Cisl scuola che continua: «I preannunciati tagli agli organici del personale della scuola in Sicilia, pur in presenza di decrementi del numero di alunni tutti da verificare, penalizzeranno ulteriormente e pesantemente la esigibilità e la qualità del diritto allo studio nella nostra regione».
Insomma, mentre il decremento degli alunni è ancora solo sulla carta, in quanto stimato dal ministero, si provvede a tagliare migliaia di posti. «In una realtà regionale - spiega Prizzi - in cui i diritti di cittadinanza e l´educazione alla legalitàsi concretizzano principalmente attraverso i processi di istruzione e di educazione, continuare a tagliare posti nella scuola significa mortificare anche le diffuse e legittime aspettative di sviluppo e di cambiamento dell´intera regione».
Un quadro a tinte fosche che non lascia intravedere nulla di buono. «Da un lato - rilancia Giusto Scozzaro, a capo della Flc Cgil regionale - l´Ocse e lo stesso ministero denunciano il divario Nord-Sud e poi si mette in piedi una politica contraddittoria di tagli che non faranno altro che amplificare il gap già esistente appesantendo classi, soprattutto nelle grandi città, favorendo la demotivazione degli alunni e la dispersione».
Già quest´anno, in diverse scuole superiori cittadine i ragazzini delle prime si sono ritrovate in classi con oltre 30 alunni. Per il prossimo anno, le probabilità di andare oltre questi numeri si incrementano. E il decremento degli alunni, col taglio c´entra sono in parte.
In effetti, gli oltre 9 mila alunni in meno previsti per il prossimo anno avrebbero giustificato un taglio di circa mille posti, il resto va sotto il nome di «razionalizzazione» del sistema.
In soli due anni, per effetto dei tagli agli organici e del decremento degli alunni, la scuola isolana ha perso quasi 3.500 cattedre solo in parte giustificate da un calo di quasi 20 mila alunni.
Una notizia che suona come una beffa per i 2.500 supplenti siciliani che, dopo una lunga e faticosa gavetta nelle regioni settentrionali, la scorsa primavera hanno deciso di ritornare in patria. Per loro, il perdurare di questa situazione apre le porte a un lungo precariato che non si preannuncia facile. Secondo la Cgil, infatti, negli ultimi mesi i dirigenti scolastici hanno fatto di tutto per evitare di nominare i supplenti penalizzando alunni e precari. «Abbiamo denunciato al direttore dell´Ufficio scolastico regionale, Giudo Di Stefano, diversi casi ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta», dichiara Scozzaro. Secondo il sindacalista i presidi in più occasioni avrebbero «aggirato la normativa utilizzando una serie di procedure non corrette». Come quella «di suddividere gli alunni nelle classi con evidente interruzione del diritto allo studio in ogni grado di istruzione», ricorrere al «licenziamento anticipato delle classi». E ancora. «Utilizzare le compresenze e le ore eccedenti anche per supplenze superiori a 5 giorni nella scuola primaria, frazionare la richiesta del docente titolare violando palesemente tutte le norme sopra citate, utilizzare i docenti di sostegno come supplenti. In questo modo - ammonisce Scozzaro - viene favorito qualcuno e danneggiato qualcun altro con implicazioni anche penalmente perseguibili».