Repubblica-Palermo-Scuola, tagli senza fine scompaiono i vicepresidi
Il dirigente-manager non può più delegare, i vicari tornano in cattedra Scuola, tagli senza fine scompaiono i vicepresidi Centotrenta supplenti restano senza posto Referendum della Cgil s...
Il dirigente-manager non può più delegare, i vicari tornano in cattedra
Scuola, tagli senza fine scompaiono i vicepresidi
Centotrenta supplenti restano senza posto
Referendum della Cgil sul nuovo contratto di lavoro
SALVO INTRAVAIA
Più soldi agli insegnanti, ma non c'è un centesimo per i vicepresidi. Che anzi spariscono. Lo stabilisce il nuovo contratto nazionale del personale della scuola, sul quale sindacati e governo hanno raggiunto l'intesa da poche settimane (ma la Cgil siciliana annuncia un referendum tra gli iscritti) e che sarà definitivamente siglato a giugno. La figura "storica" del collaboratore vicario non è più contemplata dal contratto per il quadriennio 2002-2005. Ma la novità maggiore, per oltre la metà degli istituti della provincia di Palermo, è che assieme al vicepreside scomparirà la possibilità dell'esonero dall'insegnamento (totale o parziale). Fino a oggi sono stati oltre 130 i docenti palermitani di scuola elementare, media e superiore che si sono dedicati alla gestione della scuola, senza dovere contemporaneamente insegnare o insegnando parzialmente.
"Anche se comprensibile, in quanto un dirigente scolastico non può più delegare le proprie funzioni, si tratta dell'ennesimo taglio sul personale da parte del ministero", dice Benita Licata, preside dell'istituto comprensivo Peppino Impastato. La figura del vicario è entrata in crisi da quando il capo d'istituto è diventato dirigente scolastico della scuola dell'autonomia, con precise responsabilità di gestione e mutando stato giuridico rispetto al passato. Ai presidi non è più consentito di delegare le proprie funzioni, per esempio in caso di assenza prolungata, a un docente della scuola. "In questo modo si rischia la paralisi delle scuole e, nel caso di reggenza da parte del preside di un altro istituto per lunghi periodi di assenza del titolare, l'eccessiva burocratizzazione del sistema", dice Raffaele Zarbo, segretario provinciale della Cisl Scuola.
Il nuovo assetto disegnato dall'Aran (l'agenzia di rappresentanza negoziale che firma i contratti per conto del governo) prevede che l'intero peso della gestione scolastica gravi sulle spalle del capo d'istituto e di due soli collaboratori (senza esonero), a prescindere dal numero degli alunni e dalla complessità dell'istituto. Prima che il preside diventasse dirigente, la scuola era gestita dal direttore didattico o dal preside in collaborazione con un vicario, che ne assumeva tutte le funzioni in caso di assenza, e di un numero di collaboratori, uno dei quali uno esonerato dall'insegnamento, in relazione alla popolazione scolastica e alla complessità dell'istituto (sedi staccate o corsi serali).
Per esempio, il tecnico industriale Vittorio Emanuele III, che conta oltre 450 unità di personale e oltre 2.800 alunni, fino a qualche anno fa era gestito, oltre che dal preside, da sei collaboratori di cui tre esonerati dal servizio. Adesso dovrebbero portare avanti la baracca in tre. Ma, se non ci saranno ripensamenti dell'ultima ora, a fare le spese del provvedimento saranno anche i precari che ogni anno occupano le cattedre (una buona fetta dei posti disponibili per le supplenze) lasciate libere dai vicari.