Repubblica-Palermo-Scuola, niente riforma in Sicilia
Granata dice no alla Moratti: "Le strutture non lo permettono" Il ministro propone di sperimentare subito le novità nelle superiori, il governo Cuffaro decide il rinvio Scuola, niente riforma in Si...
Granata dice no alla Moratti: "Le strutture non lo permettono" Il ministro propone di sperimentare subito le novità nelle superiori, il governo Cuffaro decide il rinvio
Scuola, niente riforma in Sicilia
SALVO INTRAVAIA
La riforma della scuola non sarà sperimentata in Sicilia. Dopo il sì incassato tra giugno e luglio dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, alla "sperimentazione di nuovi modelli di istruzione e formazione" cioè la parte di riforma che riguarda la scuola secondaria da parte di Lombardia e provincia di Trento, prima, e da Piemonte, Lazio, Molise e Puglia dopo, arriva il no del governo Cuffaro.
L'ipotesi che la nuova scuola superiore disegnata dalla Moratti vedesse subito la luce nell'Isola aveva preso corpo dopo l'incontro dello scorso 24 luglio nella sede del ministero giusto in occasione della firma dei quattro protocolli d'intesa tra i ministri dell'Istruzione e del Lavoro e i governatori di Piemonte, Lazio, Molise e Puglia tra il ministro dell'Istruzione, il presidente della Regione Totò Cuffaro e l'assessore alla Pubblica istruzione, Fabio Granata.
Ufficialmente i due esponenti del governo regionale si trovavano a Roma per sollecitare il ministro a erogare anche alle scuole siciliane il contributo previsto dallo Stato per le scuole elementari non statali. Queste, nel periodo delle vacche grasse, percepivano dalla Regione un finanziamento quasi doppio rispetto a quello statale; ora che i cordoni della borsa di Palazzo d'Orleans si stringono, ricevono dalla Regione un finanziamento pari alla metà di quello che percepiscono le scuole elementari non statali delle altre regioni. Ecco che il finanziamento dello Stato, per anni quasi snobbato dai governi regionali, oggi fa comodo. Nel corso di quella riunione la Moratti propose a Cuffaro e Granata di lanciare la sperimentazione anche in Sicilia.
La questione, benché non fosse all'ordine del giorno, è stata affrontata nella seduta di giunta di ieri mattina. E si è deciso di rispondere no per i problemi, soprattutto di natura strutturale, che attanagliano le scuole siciliane, metà delle quali sprovviste dei certificati di idoneità statica, igienica e antincendio.
Granata precisa che non c'è stato un formale no, perché la proposta della Moratti non era stata formalizzata. Ma la formalizzazione non occorreva in quanto, con la riforma federalista dello Stato, l'iniziativa sulle eventuali sperimentazioni è ormai di competenza delle Regioni. Già prima dell'accantonamento definitivo dell'idea, l'assessore alla Pubblica istruzione aveva manifestato "parecchie perplessità" sull'eventuale sperimentazione anche in Sicilia della riforma che in quattro regioni del CentroSud e in due del Nord partirà comunque il prossimo 1 settembre.
Oltre che ridefinire i programmi, la riforma avrebbe coinvolto l'istruzione secondaria e la formazione professionale (percorsi triennali di qualifica, progetti di alternanza scuolalavoro, certificazione delle competenze) dove sarebbe stato possibile assolvere l'obbligo scolastico. Inoltre - negli obiettivi della Moratti - avrebbe favorito un più agevole passaggio tra i due segmenti della secondaria: istruzione e formazione.
Granata temeva che le novità, in condizioni di precarietà strutturale, "avrebbero potuto creare confusione". E ha preferito non fare da battistrada alla riforma, che comunque verrà introdotta nei prossimi anni. Nel frattempo l'assessore cerca di correre ai ripari sul fronte delle strutture. Rispondendo indirettamente alla recente denuncia dell'Unione delle Province italiane sulla carenza di fondi per l'edilizia scolastica, annuncia che il governo regionale, recuperandoli dal capitolo degli ex fondi Gescal, ha pronti oltre 51 milioni di euro per adeguamenti e ristrutturazioni riguardanti edifici scolastici nei comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti.
Il no all'avvento immediato della riforma della scuola superiore non bloccherà comunque la "mini sperimentazione" che, se avrà l'ok del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, verrà avviata in due circoli didattici di ogni provincia (anche in Sicilia). Qui si proverà l'anticipo dell'iscrizione alla materna a due anni e mezzo e all'elementare a cinque e mezzo.