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Repubblica/Palermo: Scuola, la scure su bidelli e segretari

In tre anni quasi cinquemila posti in meno. I presidi: "Un disastro"

24/09/2008
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la Repubblica

Il taglio deciso dal governo colpirà anzitutto i precari Sos dal liceo Meli "Sarà impossibile usare i laboratori" Allarme pulizia

SALVO INTRAVAIA

Quasi cinquemila posti in meno nell´arco di un triennio. Ecco la cura da cavallo per il personale Ata delle scuole siciliane messa a punto dai ministri dell´Economia, Giulio Tremonti, e dell´Istruzione, Mariastella Gelmini. Il dato è contenuto nel "Piano programmatico" che dà attuazione all´articolo 64 (quello riguardante la scuola) della manovra economica estiva. I presidi parlano di «disastro».
Il corposo documento traccia le linee generali che consentiranno al governo Berlusconi di risparmiare sulla scuola otto miliardi di euro in tre anni. Ogni Regione dovrà fare la propria parte: per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti siciliani è prevista una cura dimagrante di 4.668 unità. Angelo Prizzi, segretario generale della Cisl Scuola siciliana, la definisce «un´autentica mazzata occupazionale. Specialmente - dice il sindacalista - in una terra dove mancano alternative lavorative: un conto è tagliare gli organici in Veneto, un´altra cosa è farlo in Sicilia».
A farne le spese saranno i precari. Nel 2007-2008, i supplenti Ata che in Sicilia sono riusciti ad acciuffare un incarico, e uno stipendio, sono stati 6.645: nel breve volgere di tre anni sette posti su dieci spariranno. «Il personale Ata - aggiunge Prizzi - è il settore con il più alto tasso di precariato della scuola: per anni non si faranno assunzioni e si bloccherà il turnover. Precari storici che hanno lavorato anche dieci anni si ritroveranno senza un posto. Insomma, quello che è accaduto quest´anno con i tagli al sostegno è niente rispetto a ciò che accadrà nei prossimi tre anni».
Ma che cosa significa per le scuole rinunciare a 4.668 Ata? «Il liceo Meli - risponde il preside, Salvo Chiaramonte - è una scuola con spazi enormi. Un taglio al numero dei collaboratori scolastici si ripercuote subito sulla pulizia dei locali e sulla sorveglianza degli alunni. E quando viene meno un assistente tecnico, i ragazzi non possono utilizzare i laboratori».
Ma in una scuola non ci sono soltanto aule e bagni da tenere puliti. «Oltre alle lezioni, - spiega Maria Di Naro, preside della scuola media Cesareo - si svolgono lezioni pomeridiane, attività extrascolastiche, progetti e sperimentazioni. La Cesareo ha 34 classi distribuite su due piani e dodici bidelli che devono darsi il turno (mattina e pomeriggio), pulire i locali e vigilare. Se ci tolgono altre risorse, chi aprirà la porta? E chi farà le pulizie?». Per la preside della media nei pressi di via Oreto si rischia «di mandare la scuola pubblica allo sbaraglio».
Una situazione che può diventare ingovernabile nei quartieri a rischio. «Il personale è già insufficiente - lamenta Mimma Airò, dirigente scolastico dell´istituto comprensivo Basile, a Tommaso Natale - se un bidello si ammala diventa difficile garantire la vigilanza degli alunni e le pulizie». È allarme anche per il personale di segreteria, cui il ministero negli ultimi anni ha delegato una serie di mansioni che venivano svolte dai provveditorati agli studi. «In questi giorni - aggiunge la Airò - il personale di segreteria è oberato di lavoro: si stanno caricando al computer 150 domande di supplenza proprio del personale Ata. Bisogna poi caricare i contratti dei supplenti, fare le ricostruzioni di carriera e tutta una serie di altre operazioni che servono all´organizzazione del lavoro scolastico».
Insomma, la scuola non è fatta dai soli docenti: richiede pure un supporto logistico che rischia di venir meno. «Un taglio al personale Ata di queste proporzioni metterà a rischio il regolare funzionamento della scuola», taglia corto la preside del Basile.


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