Repubblica-Palermo-Ricercatori in rivolta Ateneo in crisi

La riforma contestata
Ricercatori in rivolta Ateneo in crisi

In rivolta i ricercatori dell'Ateneo di Palermo. Già 225 di loro hanno firmato una lettera al rettore in cui minacciano di ritirare la disponibilità a ricoprire incarichi di insegnamento per il prossimo anno. Indignati per le prospettive delineate nella nuova versione del testo della riforma Moratti, già approvata dalla Camera e ora in discussione al Senato, non intendono presentare domanda "per ottenere il poco gratificante titolo di professore aggregato". Il rischio, denunciato anche dalla Conferenza dei rettori, è che, se passa il decreto, negli Atenei non potranno partire molti corsi di studio. Interprete del generale disagio, il rettore Giuseppe Silvestri ieri ha espresso la sua valutazione preoccupata al Senato accademico, nella giornata di mobilitazione delle università. Dai colleghi ha ricevuto il mandato di cercare un dialogo con le Camere con intenti costruttivi e di mobilitare i parlamentari siciliani per evitare gli effetti "devastanti" del decreto sulla qualità del sistema universitario.
Il rettore ha criticato le nuove modalità di reclutamento dei giovani all'università, il lungo precariato previsto, il nuovo ruolo di professori aggregati, al quale avranno accesso con un semplice giudizio di idoneità anche i contrattisti (che a Palermo rappresentano un terzo dei docenti). "L'Ateneo avrà serie difficoltà nell'attivare i corsi - è la previsione di Valeria Militello, rappresentante dei ricercatori in Senato accademico - La figura dell'aggregato contrasta con il riconoscimento della qualità del lavoro didattico e scientifico dei ricercatori".
I tre rappresentanti degli studenti nel "Senato", Tramonte, Capetta e Gruttad'auria hanno manifestato preoccupazione per il rischio della ricaduta "solo sugli studenti" dello scontro in atto.
a. r.