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Repubblica/palermo: Prof, precari e bocciati record di ricorsi nella scuola

Pendenti 3.000 cause. Dal giudice anche per le pagelle

21/08/2007
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la Repubblica

ANTONIO FRASCHILLA

Nel mondo della scuola si fa causa su tutto: i precari perché vengono scavalcati nella graduatorie e i docenti perché magari vogliono sapere come il dirigente spende il fondo d´istituto. Ma non solo. Gli studenti chiedono voti migliori e contestano gli scrutini, i bocciati dicono «di non meritarlo», e se un professore alza la voce c´è chi fa causa civile chiedendo tanto di risarcimento danni per «offese personali». Il risultato? L´Isola è la quarta regione d´Italia per numero di contenziosi nella scuola, con un record di ricorsi al Tar, al giudice del lavoro e a quelli civili. Un dato su tutti: su 12 mila ricorsi al tribunale amministrativo siciliano tra il 2005, il 2006 e i primi mesi del 2007, oltre mille arrivano dalla scuola, quasi il 10 per cento. I motivi? «La scuola in Sicilia è vista ancora come il miraggio del posto fisso e se si considera che nell´Isola ci sono 40 mila precari che ogni anno hanno a che fare con graduatorie e nomine, ecco spiegato l´alta incidenza dei ricorso alla magistratura», dicono esponenti sindacali e dirigenti scolastici.
Numeri alla mano, secondo una ricerca dell´avvocatura dello Stato (pubblicata dal Sole 24 Ore), in Sicilia tra il 2005 e il 2007 ci sono stati 3.494 ricorsi (la quarta regione in Italia dopo Campania, Lazio e Puglia). Praticamente un ricorso ogni venti docenti (che in Sicilia sono 72 mila). Al Tar ne sono arrivati 1.050, tutti per contenziosi che riguardano l´immissione in ruolo, le nomine annuali e richieste da parte di studenti bocciati o con voti bassi alla maturità. In 1.995 si sono rivolti invece al giudice del lavoro: per proteste sui trasferimenti, sul riconoscimento di arretrati, inquadramenti contrattuali e indennità richieste dai docenti. Altre 379 contenziosi riguardano il civile: si tratta di denunce per rimborsi in caso di scorretto inquadramento contrattuale di docenti e dirigenti. Ma al giudice civile si rivolgono anche genitori di studenti che hanno avuto delle controversie con il proprio insegnante e chiedono un risarcimento danni per offese alla persona.
A far impennare il numero di ricorsi al Tar tra il 2006 e il 2007, sono stati i dirigenti scolastici e gli aspiranti tali. «Oltre cento ricorsi sono arrivati dai docenti che hanno partecipato nel 2006 al concorso per dirigente - spiega Nicolò Monteleone, giudice della seconda sezione del Tar Sicilia che si occupa dei contenziosi nel settore scuola - In questi giorni invece stiamo ricevendo quelli dei presidi incaricati, che hanno partecipato a un concorso interno nel 2007. Tutti chiedono il riconteggio dei voti o addirittura l´annullamento del concorso stesso. A breve invece riceveremo i ricorsi dei precari sulle graduatorie di immissione in ruolo: basta un titolo, che secondo il ricorrente non è stato adeguatamente riconosciuto, per rivolgersi a noi». Ma i giudici amministrativi si vedono arrivare anche ricorsi per bocciature e voti non adeguati: «Questo tipo di contenziosi riguarda soprattutto studenti bocciati alla maturità che chiedono di essere promossi - continua Monteleone - Ma al momento sono poche decine anche se il dato è in costante aumento negli ultimi anni: in questi casi interveniamo con la massima celerità per non danneggiare lo studente».
Tanti invece fanno ricorso al giudice del lavoro: «Questo perché dopo il 2001 con la privatizzazione del pubblico impiego qualsiasi pendenza in tema di lavoro, che non riguardi l´immissione in ruolo, è gestita dal tribunale ordinario - dice Roberto Croce, avvocato specializzato in cause del lavoro - Questi ricorsi riguardano anche i comportamenti antisindacali dei dirigenti». A incidere su quelli al giudice del lavoro in questi ultimi anni sono stati, ad esempio, gli oltre seimila lavoratori inquadrati come personale Ata, che ai primi del Duemila sono passati dai ruoli degli enti locali a quelli dello Stato: «Migliaia sono stati i ricorsi del personale Ata che vuole riconosciuta come anzianità gli anni passati negli enti locali - dice Giusto Scozzaro, segretario regionale della Cgil scuola - Altri contenziosi al giudice del lavoro riguardano invece denunce del personale docente che vuole conoscere gli atti del fondo d´istituto, somme che i dirigenti assegnano agli insegnanti in base a progetti ad hoc». Tra i ricorsi al giudice del lavoro ci sono poi quelli dei docenti che chiedono l´indennità integrativa per le supplenze superiori alle 18 ore: «Ce ne arrivano a decine, anche se la maggior parte riguarda trasferimenti e il rispetto dei punteggi per la precedenza nella scelta della sede», dicono dalla sezione lavoro del Tribunale di Palermo.
Al giudice civile infine si rivolgono docenti, personale amministrativo o famiglie di studenti che hanno avuto diverbi con propri superiori e chiedono un risarcimento danni per offesa alla persona. «Ma ci sono anche cause civili che riguardano studenti disabili che denunciano la non adeguatezza delle strutture scolastiche», dice Croce.
L´elevata litigiosità della scuola siciliana ha comunque come motivazione principale la fame di lavoro: «Non c´è da sorprendersi per l´elevato numero di contenziosi - dice Scozzaro - Su 120 mila posti di lavoro nel settore scolastico in Sicilia, tra docenti, amministrativi e collaboratori, ben 40 mila sono precari e vengono assegnati di anno in anno con graduatorie che, per leggi spesso contraddittorie dello Stato, vengono poi contestate». C´è chi ormai si rivolge ogni anno alla magistratura: «Tra i precari della scuola ci conosciamo quasi tutti, sappiamo di ognuno titolo di studio e punteggi e se ci accorgiamo che qualcuno fa qualche salto in avanti in graduatoria basta poco per smascherarlo», dice Francesca Caruso, 34 anni, da otto supplente annuale. Governare la scuola comunque è sempre più difficile: «Direi impossibile - dice Paolo Giambalvo, provveditore agli studi di Palermo fino al giugno scorso - In questi anni ho fatto migliaia di relazioni e mi sono presentato, insieme ai miei collaboratori, quasi ogni settimana dal giudice di turno».


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