Repubblica_palermo-Presidi in crisi, precari delusi ma il provveditorato va avanti
LE REAZIONI I capi d'istituto: "Autonomia violata". E il direttore generale conferma le convocazioni Presidi in crisi, precari delusi ma il provveditorato va avanti SA...
LE REAZIONI
I capi d'istituto: "Autonomia violata". E il direttore generale conferma le convocazioni
Presidi in crisi, precari delusi ma il provveditorato va avanti
SALVO INTRAVAIA
Il decreto dell'assessore Fabio Granata ha preso in contropiede gli addetti ai lavori. Quando tutto sembrava pronto per l'inizio dell'anno scolastico, il provvedimento è arrivato come un fulmine a ciel sereno sulla testa di docenti, alunni e capi d'istituto che già si preparavano a mettere in moto la "macchina" il 17 settembre. Anzi, in parecchi casi anche prima, in virtù delle possibilità offerte dall'autonomia scolastica.
Granata giustifica il posticipo delle lezioni al 30 settembre '#8211; e la conseguente chiusura a metà giugno (il 14) '#8211; oltre che con il caos delle supplenze, con un ritorno agli anni in cui la prima campanella suonava per tutti il 1° ottobre. Per Angelo Prizzi, segretario regionale della Cisl Scuola, quella di Granata è "la solita uscita ferragostana". Il giudizio è severo: "L'assessore '#8211; dice Prizzi '#8211; prima di gettare nella confusione migliaia di famiglie e docenti siciliani attraverso incomprensibili provvedimenti, farebbe bene a riflettere due volte. Mi auguro che faccia un passo indietro".
Brutti voti per l'assessore anche da parte dei capi d'istituto. Leonardo Saguto, direttore della scuola elementare di Pallavicino e coordinatore provinciale dei dirigenti scolastici per la Cgil Scuola, ritiene "assolutamente improduttiva" la modifica del calendario a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico e spiega di considerare il provvedimento dell'assessore regionale alla Pubblica istruzione "in netta contrapposizione con l'autonomia delle istituzioni scolastiche che dovrebbero potersi organizzare come meglio credono e soprattutto in relazioni alle esigenze dell'utenza e dell'istituto".
La fulminea decisione di Granata ha alla base un imprevisto dalle conseguenze imponderabili. E cioè la sentenza del Tar del Lazio che rimette in discussione tutte le graduatorie permanenti (quelle dei precari) e conseguentemente il conferimento delle supplenze. Tutto nasce dall'inclusione dei docenti specializzati nelle Sissis (le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario). Questi, secondo il presidente della terza sezione del Tar della capitale, Roberto Scognamiglio, non hanno il diritto di cumulare il punteggio derivante dall'eventuale servizio prestato a scuola durante il periodo di frequenza del biennio di specializzazione con il bonus di 30 punti previsto dalla normativa vigente per i sissini, come vengono chiamati in gergo i docenti specializzati.
Già mercoledì mattina Guido Di Stefano, dirigente del Centro servizi amministrativi di Palermo (l'ex provveditorato agli studi), alla luce della sentenza che potrebbe stravolgere le liste dei precari, si diceva convinto che si dovesse rivedere il calendario delle convocazioni '#8211; previste dal 27 al 31 agosto '#8211; per l'attribuzione degli incarichi a tempo determinato per i circa 1.200 posti di scuola media e superiore liberi negli istituti di città e provincia. E invece, a dispetto del verdetto del Tar, il direttore generale per l'istruzione in Sicilia, Michele Calascibetta, ha ordinato l'avanti tutta: "A prescindere dal nuovo calendario scolastico stilato dalla Regione, tutti i Csa effettueranno le convocazioni secondo i calendari già stabiliti, a meno che non arrivi una circolare da parte del ministro con direttive diverse dalle attuali".
A questo punto i supplenti, confusi fra mille dichiarazioni contrastanti, sono nel pallone. Arianna Giordano, insegnante di Italiano, di fronte alla possibilità di uno slittamento delle supplenze o di un conferimento sulla base di graduatorie da rifare, si dice "profondamente amareggiata". E si sfoga: "Ci sono precari che hanno speso molti soldi per superare i concorsi e per lo stress si sono anche ammalati. Quello che accade oggi denota un'assoluta mancanza di rispetto per lavoratori". Che non sono pochi, visto che coprono il 10 per cento dei posti nelle scuole italiane.
Servirà a limitare i danni lo slittamento dell'apertura delle scuole? Molti capi d'istituto non ne sono convinti, anzi intravedono problemi maggiori. Per esempio la fuga dai banchi a giugno. Per Giovanni Pusateri, responsabile provinciale dell'Anp (l'Associazione nazionale presidi), il posticipo è molto grave perché di fatto riduce il servizio scolastico. "Per fortuna - argomenta - i danni prodotti dalla Regione possono essere corretti dalle scuole". Libere di anticipare l'inizio delle lezioni.