Repubblica/Palermo: Più alunni e meno classi la scuola siciliana scoppia
L´effetto della Finanziaria alle superiori. Previsti 3.300 studenti in più a fronte di 128 classi tagliate
Nei licei di Palermo punte di trenta ragazzi nelle prime e nelle seconde
SALVO INTRAVAIA
Studenti stipati in classi superaffollate e insegnanti costretti a sgolarsi per mantenere la disciplina. È il quadro a tinte fosche che attende la scuola siciliana dopo i tagli imposti dalla Finanziaria.
Nell´Isola già penalizzata da più di 1.700 posti in meno fra docenti e Ata rispetto all´anno in corso, ci saranno tremila ragazzi in più nelle superiori che dovranno trovare posto in un numero inferiore di classi. Se in Sicilia, in base alle iscrizioni di gennaio, alle elementari e medie gli alunni diminuiranno, al superiore saranno in crescita. Ma i posti occorre tagliarli lo stesso. La difficile quadratura del cerchio per racimolare 1.129 cattedre da tagliare è stata trovata un paio di settimane fa dal direttore scolastico regionale, Guido Di Stefano, che dopo l´ennesima sforbiciata sul personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) non nasconde neppure ai vertici romani la sua preoccupazione «per le ricadute sul rendimento degli studenti». In una lettera dello scorso 9 maggio indirizzata al Direttore del personale scrive: «Quello che più colpisce è la riduzione dei posti del personale tecnico: si tratta di personale assegnato in base alla presenza di laboratori e non al numero degli alunni che tra l´altro è in aumento, nelle scuole superiori, con quello attualmente frequentante (più 3.334 alunni). Tanto si segnala affinché, almeno in organico di adeguamento, si possa meglio venire incontro alle esigenze reali delle scuole».
Il prossimo autunno, nelle nove province siciliane, le classi con oltre 25 alunni saranno tantissime ma in alcuni istituti si supereranno agevolmente anche le 30 unità. Per i professori delle scuole superiori le difficoltà aumenteranno. Stessa cosa per gli studenti: seguire le lezioni in classi superaffollate diventerà un´impresa. Insomma, docenti in trincea e ragazzini che per non perdere neppure una parola del professore dovranno contendersi i primi banchi.
I sindacati sono sul piede di guerra. «Quanto sta accadendo alla scuola siciliana non è purtroppo né un fatto isolato né imprevisto - dice Ferdinando Alliata, dei Cobas - I tagli di organico che colpiscono soprattutto il superiore sono infatti il frutto avvelenato di una Finanziaria che agisce contro la scuola mettendone a repentaglio lo stesso funzionamento: di fronte a un bisogno di istruzione sempre in crescita e ancora ampiamente insoddisfatto, sono previsti ulteriori tagli alle classi senza tenere conto dei costi sociali che tale manovra determina». Un´impietosa analisi che sembra confermata dagli aridi numeri. Se le iscrizioni presentate a gennaio saranno confermate, in Sicilia, occorrerà fare spazio a 3.334 studenti in più rispetto ai frequentanti di quest´anno ma Di Stefano ha calcolato 128 classi in meno. Con le province di Palermo e Trapani che deterranno il poco invidiabile primato di 22,6 alunni per classe. Saranno le prime e, per la prima volta, anche le seconde classi dei licei a scoppiare. Solo a titolo di esempio, lo scientifico Canizzaro di Palermo si ritroverà con classi di 33 o addirittura 34 alunni: nelle prime ci saranno, in media, 32,3 alunni. Stessa cosa in altri due istituti cittadini: l´Ipsia Medi e il classico Meli che vedrà più affollate le seconde. Con quali effetti? «In Sicilia, come in tutte quelle aree in cui il binomio mortalità scolastica e criminalità è tragicamente evidente - spiega Alliata - l´aumento degli alunni per classe e i tagli alle strutture e ai servizi conducono la scuola pubblica verso la paralisi, trasformando il diritto di tutti ad un´istruzione qualificata e qualificante ad un privilegio per pochi».