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Repubblica-Palermo-Maturità, rinunce in massa

Maturità, rinunce in massa SALVO INTRAVAIA Ancora quattro giorni, e si alzerà il sipario sulla nuova maturità. Lunedì prossimo si insedieranno le commissioni giudicatrici; mercoledì quas...

16/06/2002
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la Repubblica

Maturità, rinunce in massa

SALVO INTRAVAIA

Ancora quattro giorni, e si alzerà il sipario sulla nuova maturità. Lunedì prossimo si insedieranno le commissioni giudicatrici; mercoledì quasi 12 mila giovani in città e in provincia (47.222 in tutta la Sicilia) saranno chiamati a svolgere la prima prova, quella di Italiano. Il giorno dopo gli studenti affronteranno il secondo scritto, quello specifico di ciascun indirizzo, e lunedì 24 la terza prova, preparata dalla commissione la stessa mattina. La novità di quest'anno è la scomparsa dei commissari esterni: i candidati saranno giudicati dai propri professori, e l'unico componente esterno sarà il presidente, uno per ogni scuola, incaricato di coordinare quindi diverse commissioni. Ma non è detto che mancheranno le sorprese. Una è la fuga di massa dei docenti interni: già in sessanta hanno dato forfait, e il numero è destinato a crescere. Probabilmente una protesta per i compensi giudicati irrisori. Sul fronte del no anche i Cobas, che lunedì manifesteranno in piazza Massimo contro il nuovo esame "costruito in favore della scuola privata".
Lo scarso interesse per la formula al debutto è confermato da diversi docenti: "I miei alunni li ho giudicati decine di volte dice Enza Fascetta, docente di Economia aziendale all'Itc Pareto non c'era bisogno di questi esami per valutarli". Ma a essere scontenti non sono solo i docenti. A sorpresa perché essere giudicati dai propri insegnanti dovrebbe dare maggiore sicurezza anche dai ragazzi vengono perplessità: "Sarà come un giorno di scuola normale dice Emanuele Marco, quinta G dello scientifico Croce e anche la valutazione delle prove non si discosterà da quella dell'anno scolastico". E Fabrizio Simonelli, dell'Iti Vittorio Emanuele III, teme i pregiudizi dei prof: "L'esame alla vecchia maniera ci metteva alla prova, e dovevamo dare il meglio. Ora è diverso".
In città e in provincia più di un terzo dei candidati (il 36 per cento) frequenta gli istituti tecnici e il 31 per cento proviene dai licei, classici e scientifici. La restante parte dei diplomandi appartiene agli istituti magistrali, ai professionali, ai licei linguistici e agli artistici.
A due giorni dall'insediamento delle commissioni, i telefoni del provveditorato, ora Centro servizi amministrativi, sono roventi per le continue telefonate dei presidi che chiedono la formalizzazione delle nomine. Gli oltre 3.200 commissari d'esame, tutti interni, non hanno ancora ricevuto nessuna nomina ufficiale, che secondo la norma avrebbe dovuto predisporre e consegnare la direzione scolastica regionale. Da via Fattori, sede dell'ufficio scolastico regionale, fanno sapere che "le nomine verranno portate a scuola dallo stesso presidente di commissione", unico elemento esterno alla scuola. Gli oltre 13 mila insegnanti, quindi, verranno in possesso della nomina solo dopodomani. E, a quattro giorni dall'inizio delle prove d'esame, fioccano le defezioni una ventina di presidenti in tutta l'Isola e una sessantina di docenti nella sola provincia di Palermo, ma il grosso delle "rinunce" arriva negli ultimissimi giorni che costringono i capi d'istituto alla designazione di commissari della stessa classe o di classi della stessa scuola.
Uno dei motivi che inducono i docenti a dare forfait è probabilmente l'esiguo compenso previsto per i commissari interni. Un malcontento che l'anno scorso fece registrare la "malattia" di un membro interno su cinque. I docenti impegnati nella maturità riceveranno, e non si sa se in unica soluzione, lo stesso compenso dell'anno scorso, rivalutato dell'inflazione: 537 euro lordi, di cui 163 non soggetti a ritenute, se impegnati in una sola classe del comune di servizio o di residenza. Compenso che sarà raddoppiato se l'insegnante dovrà esaminare gli alunni di due classi e triplicato se sarà impegnato su tre o più classi. I presidenti di commissione riceveranno invece un compenso commisurato al numero delle classi che seguiranno.
Quella di quest'anno è anche la "prima volta" delle scuole private paritarie, che potranno gestire gli esami come le scuole statali: tutti docenti interni e il presidente esterno. Le uniche private che avranno la commissione mista composta per metà da commissari esterni e per metà da membri interni saranno le scuole legalmente riconosciute, che assieme alle paritarie porteranno agli esami quasi 3.500 candidati.
L'articolazione dell'esame, probabilmente per l'ultimo anno, è la stessa degli anni precedenti. Tre prove scritte e un colloquio a carattere pluridisciplinare. Quest'anno il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, oltre a vietare tassativamente l'uso dei telefoni cellulari e dei computer in grado di collegarsi con l'esterno (a Internet per esempio), pena l'esclusione da tutte le prove d'esame e la conseguente bocciatura, ha raccomandato agli insegnanti la massima attenzione durante le prove scritte e colloqui più severi: meno tesine e domande a piacere.
Per ottenere il massimo del punteggio, cento centesimi, i candidati avranno a disposizione 15 punti per ciascuna delle tre prove scritte, 35 punti per la prova orale e i 20 punti di credito scolastico e formativo "collezionati" durante l'ultimo triennio.


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