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Repubblica/Palermo: Mariella Maggio lancia l´allarme occupazione e chiede alla Regione di dare risposte alla crisi

La leader Cgil vede un autunno caldo "Garantiti e no, grande discriminazione" "Inaccettabile che da noi non esista il tempo prolungato Scivoli per l´esodo? Non sono risolutivi"

27/08/2009
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la Repubblica

«Esiste in Sicilia una grande discriminazione fra i cittadini. Una discriminazione davanti alla quale non è più tollerabile che le istituzioni restino insensibili». Mariella Maggio, segretario della Cgil Sicilia, lancia un nuovo allarme occupazionale alla vigilia dell´ennesimo autunno caldo e soprattutto dinanzi alla protesta dei precari della scuola che a 50 anni rischiano di ritrovarsi disoccupati.
A che cosa allude quando parla di «grande discriminazione»?
«Al fatto che oggi in Sicilia convivano persone che hanno la certezza dello stipendio a fine mese e persone che invece vivono sempre con l´ansia del rinnovo di un contratto da precario».
E adesso numerosi precari della scuola questo rinnovo rischiano di non ottenerlo più.
«Questa sarebbe una grande sconfitta per la scuola. Perché i precari della pubblica istruzione forniscono un servizio indispensabile. Non solo andrebbero confermati, ma il servizio che rendono dovrebbe essere potenziato. È inaccettabile che la Sicilia sia una delle poche regioni che non garantiscono il tempo prolungato. Di questo, naturalmente, si avvantaggiano gli istituti privati. Invece di lasciare a casa i precari, bisognerebbe confermarli e inserirli in un grande progetto di rilancio della scuola».
E chi dovrebbe portarlo avanti?
«Certo non possono farlo i sindacati da soli. Serve un impegno dell´amministrazione regionale. Al governo di Palazzo d´Orleans propongo di avviare una trattativa perché si possa realmente dare una risposta, perché si possa reagire alla crisi nella quale da Roma hanno deciso di far precipitare la nostra scuola».
Cosa dovrebbe fare in concreto il governo regionale?
«Sostenere la nostra battaglia non solo per dare garanzie a chi potrebbe perdere il posto, alle famiglie monoreddito di precari che rischiano di ritrovarsi senza più uno stipendio, ma anche per rendere più efficiente la scuola siciliana, per dotarla di nuovi servizi e per avvicinarla alle scuole di numerose altre regioni. La missione del nostro sindacato è questa: garantire i lavoratori e potenziare i servizi».
Mentre i precari della scuola rischiano di perdere il posto a cinquant´anni, la Regione permette ad alcuni suoi dipendenti di andare in pensione pressappoco alla stessa età. Il sindacato che dice in proposito?
«Dice che il sistema non funziona e bisogna cambiarlo in fretta. Si deve bloccare questa grande discriminazione: la crisi in corso non ci permette di perdere altro tempo. L´amministrazione siciliana funziona male e va rivoluzionata. Il fatto che si vogliano creare nuovi scivoli pensionistici non risolve il problema. Perché un pensionato è comunque una spesa per l´erario».
E allora non li mandiamo in pensione?
«Dico che non bisogna farlo per alleggerire il numero dei dipendenti. Perché poi, liberando posti, magari a qualcuno verrebbe in mente di fare nuove assunzioni. La Regione deve far lavorare meglio i suoi dipendenti creando tutti i servizi che mancano. Noi siamo pronti a dare una mano per rilanciare l´amministrazione. Se tutto resta fermo, cresceranno i disagi e le disparità tra i cittadini».
m. l.


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