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Repubblica/Palermo: Licei, più alunni meno classi I docenti: "Le aule scoppiano"

Tagliate cento sezioni alle superiori a fronte di 400 nuovi iscritti. Ci saranno corsi con 34 studenti

21/08/2007
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la Repubblica

IL REPORTAGE

L´insegnante: "Si fatica a imparare i cognomi e non ci si accorge neppure delle difficoltà dei ragazzi"
Il capo d´istituto: "Siamo abituati ma è chiaro che la qualità dell´offerta formativa così scade"

SALVO INTRAVAIA

(segue dalla prima di cronaca)
Nell´Isola, il numero di coloro che dovranno cimentarsi con le materie di un liceo, di un istituto tecnico, di un professionale o di un istituto artistico crescerà di circa 400 unità ma ad attendere gli studenti ci saranno 100 classi in meno.
È l´effetto della dieta imposta alla scuola dal ministro dell´Economia, Tommaso Padoa Schioppa, attraverso la Finanziaria 2007. A darne comunicazione poco prima del ferragosto ai sindacati di categoria è stato lo stesso direttore dell´Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano. I numeri parlano chiaro: il livello di affollamento delle aule, in Sicilia, sfiorerà i 22 alunni (21,81 studenti per classe) con le province di Palermo e Messina che supereranno abbondantemente questa soglia.
Saranno soprattutto i licei a doversi confrontare con classi che scoppiano. «Purtroppo, da qualche anno a questa parte - dice Lucia Bonaffino, insegnante di Lettere del liceo classico Garibaldi di Palermo - classi con 33 e 34 alunni sono diventate una regola. Il prossimo anno avrò una quinta con 31 alunni e una seconda con 33 studenti». Ma cosa significa per un docente fare ogni giorno lezione in classi così affollate? «Per imparare i cognomi dei nuovi arrivati passano almeno due settimane. Il lavoro è particolarmente faticoso anche fisicamente perché così tanti ragazzi in una classe, anche involontariamente, producono un rumore neppure paragonabile a classi con 20/25 alunni». E la didattica? «Lavorare per gruppi diventa un´impresa - continua Bonaffino - e tutto il lavoro relativo alla preparazione e alla correzione dei compiti in classe è sfiancante. Per non parlare della diagnosi delle difficoltà degli alunni: spesso non è facile neppure accorgersi che uno di loro fatica ad andare avanti».
Insomma, un mezzo disastro stando alle parole di chi si trova in cattedra. La normativa italiana impone un tetto massimo di 28 alunni per classe che per svariate ragioni spesso viene superato. Salvatore D´Agostino, preside del liceo scientifico Galilei di Palermo considera «normale» avere classi extra large dove, tuttavia, assicura che «non ci sono problemi di disciplina». «Siamo ormai abituati anche a classi di 32 studenti - dice - ma è chiaro che la qualità dell´offerta formativa scade». Un esempio per tutti. «In queste classi, anziché tre compiti in classe a quadrimestre se ne arrivano a fare solo due», conclude D´Agostino. Obiezioni e lamentele che i sindacati rilanciano. «A livello ministeriale si segue una logica ragionieristica basata sulla media alunni/classi», dice Fabio Pipitò della Gilda insegnanti. «In poche parole - continua il sindacalista - quando i presidi consegnano gli organici, gli uffici controllano se la media rientra entro i parametri stabiliti dalle norme, interessandosi poco se nella realtà alcune classi scoppiano letteralmente. È chiaro che in queste condizioni gli insegnanti sono costretti ad avvalersi quasi esclusivamente della cosiddetta lezione frontale e la tanto decantata personalizzazione dell´insegnamento va a farsi benedire. Così il più debole soccombe e molti adolescenti vivono l´ingresso alla scuola superiore in una condizione di assoluto e pericoloso anonimato».
Giusto Scozzaro, il segretario regionale della Flc Cgil scomoda Tonino Guerra per buttarla sul sarcastico. «Il poeta scrive: più dici che mi ami più ho paura. Più il ministro Fioroni dice che la scuola è fondamentale, più taglia». Scozzaro intravede un anno scolastico in salita «in un segmento della scuola tra i più delicati nella fase di crescita degli adolescenti con ricadute sulla qualità degli apprendimenti e sui fenomeni di dispersione scolastica».
L´esperienza insegna. Già l´anno scorso ha visto classi con 35/36 alunni. In una figuravano 40 iscritti e i risultati sono stati disastrosi: 10 bocciati, 17 tra ritirati e trasferiti e 10 promossi con debito.


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