Repubblica/Palermo: Le risorse nascoste della scuola siciliana
le punte dell´iceberg che la cronaca solitamente rende visibili poi rischiano di rappresentare una scuola caricaturale.
MAURIZIO MURAGLIA
La scuola fa notizia generalmente in negativo. Gli atti di vandalismo e di bullismo, i risultati delle prove di apprendimento internazionali, la triste vicenda palermitana dei buoni libro si imprimono più facilmente nell´immaginario collettivo di quanto non riesca a fare l´enorme mole di lavoro e di impegno che le scuole, soprattutto in questi giorni, vanno profondendo. Una mole di lavoro silenziosa ma imponente, che contiene in sé certamente aspetti contraddittori e che invece a mio parere risulta meritevole di emergere perché le punte dell´iceberg che la cronaca solitamente rende visibili poi rischiano di rappresentare una scuola caricaturale. E la rappresentazione di una scuola caricaturale non giova a nessuno.
La scuola siciliana, in particolare, sta affrontando due grandi assi di intervento. Apparentemente la progettazione Pon in tutti i cicli scolastici e l´organizzazione dei corsi di recupero nelle superiori non avrebbero granché in comune. E invece in comune hanno molto. Hanno in comune la speranza di rinnovare la scuola, i suoi apprendimenti, le competenze degli insegnanti e, perché no, la speranza di far respirare un po´ le finanze sempre magre degli insegnanti.
Alcune regioni italiane del Sud, tra cui la Sicilia, sono destinatarie di cospicui finanziamenti da parte del Fondo sociale europeo allo scopo di realizzare sviluppo e adeguamento strutturale, con particolare attenzione alla crescita dei sistemi formativi e della scuola in particolare. Tutte le scuole che ne hanno fatto istanza hanno avuto accesso a tali finanziamenti, che prevedono la messa in campo di una serie di iniziative di formazione per docenti, per genitori, per alunni orientate sostanzialmente al miglioramento della qualità delle nostre scuole. In questa fase le scuole hanno emanato i dovuti bandi per reclutare esperti esterni capaci di garantire qualità a tali interventi formativi. Tutte le scuole nello stesso periodo cercano esperti.
La Sicilia dovrebbe contenere un vero e proprio esercito di esperti che se fossero veramente tali, nel senso etimologico del termine (gente che ha provato cosa significhi fare scuola sul campo), dovrebbero garantire un formidabile salto di qualità alle nostre scuole. Il paradosso è che i bandi Pon suggeriscono alle scuole di reclutare tali esperti «preferibilmente» al di fuori dell´amministrazione scolastica. Secondo questa logica occorrerebbero esperti per la scuola senza esperienza di scuola. Ma le scuole per fortuna bypassano il «preferibilmente» e cercano di attingere a coloro che, in virtù di titoli realmente idonei al compito, siano in grado di proporre qualità.
Contestualmente gli scrutini del primo quadrimestre nelle superiori riconsegnano il solito esercito di alunni al di sotto della sufficienza e allestiscono il gigantesco pronto soccorso dei corsi di recupero, anche questi alla ricerca disperata di una qualità perduta. La qualità della preparazione dei nostri ragazzi. Qualità che con tutta evidenza non si recupererà perché ciò che non si impara la mattina men che mai si imparerà nel pomeriggio soprattutto se il menu del pomeriggio ricalcherà le pietanze contenute in quello del mattino.
Siamo di fronte, dunque, a un doppio tentativo da parte delle nostre scuole: il tentativo di prevenire l´insuccesso scolastico attraverso la formazione Pon e quello di medicare l´insuccesso avvenuto attraverso i corsi di recupero. Gli stessi insegnanti in questa fase passano quasi tutti i pomeriggi della settimana a scuola e si espongono a percorsi di formazione per se stessi o ne organizzano per altri colleghi, per genitori, per studenti. Siamo di fronte a un incredibile ingorgo organizzativo che sta mettendo a dura prova l´equilibrio di dirigenti, docenti e personale amministrativo.
Anche la Regione siciliana, peraltro, si appresta a varare un altro settore di progettazione formativa, il cosiddetto Por, che risponde alle stesse esigenze fin qui delineate. L´assessorato sta lavorando bene, a mio parere, per creare le migliori condizioni affinché le scuole possano sfruttare adeguatamente anche questo gettito finanziario. Di tutto questo fervore progettuale, giustamente, non c´è traccia nei media. I docenti lavorano poco, si continua a dire, hanno tante vacanze. E poi non insegnano neanche bene, visto che i nostri ragazzi sono così asini. Le risorse che giungono dal ministero della Pubblica istruzione e dall´Europa dovrebbero servire a smantellare questo immaginario. Si tratta di risorse previste per il sessennio 2007-2013. È una grande occasione per costruire qualità nella scuola, non vi è dubbio, ma per costruire qualità occorre razionalizzare l´utilizzo delle risorse, avere tempo per progettare, avere la possibilità di individuare le vere priorità formative di un´istituzione scolastica. La scuola, non è male ricordarlo, è un´istituzione formativa e quando un´istituzione formativa viene sommersa dagli adempimenti il rischio è quello della sua burocratizzazione. E non c´è niente di peggio che burocratizzare, attraverso la fibrillazione di iniziative e percorsi che soggiacciono alla dura logica della scadenza, il destino di migliaia di bambini e ragazzi.