Repubblica/Palermo: Le nazioni unite della scuola
In Sicilia più di diecimila iscritti vengono da oltreconfine. In testa magrebini, albanesi, srilankesi e bengalesi
Gli alunni stranieri sono aumentati in un anno del 42 per cento
SALVO INTRAVAIA
Boom di alunni stranieri nelle scuole siciliane. In appena un anno il loro numero si è incrementato del 42 per cento, e nell´anno in corso dovrebbero avere già superato la soglia delle diecimila unità. In appena dodici mesi, conteggiando anche i nati in Italia con uno o entrambi i genitori non italiani, si è passati da 5.758 a 8.181 alunni stranieri. Una presenza tra i banchi scolastici che in Sicilia viaggia verso il due per cento. A Palermo gli stranieri sono 1.875, il 16 per cento in più rispetto all´anno precedente. È quanto emerge dai dati 2005-2006 sulla dispersione scolastica degli alunni stranieri, illustrati ieri mattina nella sede dell´Ufficio scolastico regionale.
Tunisini e marocchini rappresentano le due nazionalità maggiormente presenti. Seguiti da albanesi, srilankesi, cinesi e bengalesi. Ma anche tedeschi e rumeni cominciano a contare un numero di presenze consistente. I primi sono spesso figli di emigranti di ritorno, i secondi sono frutto della nuova immigrazione dai Paesi dell´Est. I numeri dicono che, tra luci e ombre, i problemi legati ai risultati finali restano. All´elementare e alla media la dispersione è in calo, ma aumentano evasori (coloro che si sono iscritti ma non hanno frequentato neppure un giorno di lezione) e abbandoni. Al superiore gli insuccessi sono invece in crescita.
Il fenomeno della dispersione però «non va letto con le stesse categorie utilizzate per gli alunni italiani», dice Maurizio Gentile, coordinatore dell´Osservatorio regionale sul fenomeno della dispersione. «Il monitoraggio - spiega Guido Di Stefano, direttore dell´Ufficio scolastico regionale - si riferisce ai soli alunni stranieri iscritti nelle scuole siciliane. Non esistendo un´anagrafe certa dei minori stranieri presenti sul territorio, nulla possiamo dire circa l´effettiva evasione».
L´ipotesi è che il numero di bambini e ragazzini che evitano le lezioni per andare alla ricerca di qualche spicciolo sia elevatissimo. C´è poi un alto tasso di mobilità a condizionare i dati. Per la prima volta l´Osservatorio ha censito anche i piccoli della scuola materna: 1.849 bambini. «La precocità dell´inserimento a scuola favorisce il successo e l´integrazione: per questo abbiamo esteso l´indagine anche alla scuola dell´infanzia», dice Gentile.
Passando alla scuola dell´obbligo, i nodi vengono tutti al pettine con livelli di dispersione (evasori, abbandoni, ritirati e bocciati) cinque volte superiori rispetto agli alunni siciliani (3,5 per cento) all´elementare e doppi (10,3) alla scuola media. Il divario fra siciliani e stranieri si accorcia invece alla scuola superiore, dove il numero di promossi con debito fra gli stranieri risulta addirittura inferiore.
Il dato più confortante è che nella scuola dell´obbligo le bocciature sono in calo. «La scuola sta facendo un lavoro straordinario per riportare all´interno delle classi questi ragazzi, ma gli enti locali devono fare di più», ammonisce Gentile che racconta l´episodio dei piccoli rom che non riescono ad andare a scuola perché nessuno ce li accompagna. «A ottobre - racconta il coordinatore dell´Osservatorio - abbiamo chiesto al Comune un servizio scuolabus per i rom, ma ci hanno risposto che mancavano i fondi».