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Repubblica-PAlermo."La scuola non ce la fa ci aiutino le istituzioni"

'ESPERTO Maurizio Gentile, coordinatore dell'Osservatorio regionale "La scuola non ce la fa ci aiutino le istituzioni" Abbiamo recuperato molti iscritti che evadevano, ma ...

02/11/2004
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la Repubblica

'ESPERTO
Maurizio Gentile, coordinatore dell'Osservatorio regionale
"La scuola non ce la fa ci aiutino le istituzioni"
Abbiamo recuperato molti iscritti che evadevano, ma sono quelli che hanno i maggiori problemi


Particolari condizioni di svantaggio socio-economico e culturale, recupero di chi evadeva e oggi entra in classe ma con mille difficoltà. Ecco, secondo Maurizio Gentile, coordinatore dell'Osservatorio regionale sulla dispersione scolastica, i motivi dell'aumento dei bocciati nelle scuole elementari. Ma c'è dell'altro.
Perché questo boom di bocciature?
"I fattori che determinano maggiormente la bocciatura, e in genere la dispersione, nella scuola dell'obbligo sono principalmente due".
Quali?
"Il primo è legato a particolari condizioni di svantaggio socio-culturale ed economico che coinvolgono le famiglie e inevitabilmente si ripercuotono sui più piccoli. Il secondo è costituito dal recupero, effettuato negli anni precedenti, degli "evasori" e di coloro che avevano abbandonato gli studi".
Perché recuperare alunni fa aumentare le bocciature?
"Perché questi bambini incontrano tante difficoltà a scuola e di conseguenza sono i primi candidati alla bocciatura".
Che genere di difficoltà?
"Pur essendo normali dal punto di vista psicofisico, sono spesso iperattivi e hanno problemi di attenzione, di apprendimento".
Quali sono i quartieri in cui il fenomeno è più preoccupante?
"Il centro storico in primo luogo, e poi Danisinni, il Cep, lo Zen, Borgo Nuovo e Brancaccio".
Come operate in questi quartieri per contrastare il fenomeno?
"Cerchiamo di essere presenti il più possibile con i nostri operatori. A Brancaccio, allo Zen e nel centro storico abbiamo destinato ben 15 operatori socio psicopedagogici, su un totale di 50. Poi cerchiamo di intervenire sui docenti".
In che modo?
"Fornendo loro gli strumenti pedagogico-didattici per affrontare i casi più problematici. Allo Zen abbiamo condotto "ricerche-azioni" per consentire agli insegnanti di affrontare gli alunni che non riescono a stare seduti o a essere attenti".
Tutto questo però non basta...
"La scuola da sola non ce la può fare. Da anni diciamo che il problema è trasversale. Occorrerebbe l'aiuto della famiglia, ma in troppi casi le famiglie non sono in grado di aiutare i figli. Di conseguenza, servirebbe un maggiore coinvolgimento degli enti locali e di tutte le altre istituzioni a sostegno delle famiglie".
s. i.


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