Repubblica-Palermo-In Sicilia 1.400 le cattedre in bilico
Pagina III - Palermo Ecco cosa accadrà se verrà confermato il taglio del due per cento sugli organici allo studio del governo In Sicilia 1.400 le cattedre in bilico Arriva la...
Pagina III - Palermo
Ecco cosa accadrà se verrà confermato il taglio del due per cento sugli organici allo studio del governo
In Sicilia 1.400 le cattedre in bilico
Arriva la stangata sui precari, disagi in vista per gli alunni disabili
SALVO INTRAVAIA
La Finanziaria si appresta a eliminare nell'Isola oltre 1.400 cattedre. È questo il tributo che la scuola siciliana dovrà pagare al governo centrale per far quadrare i conti. Se il taglio del 2 per cento sugli organici venisse confermato, salterebbero in Sicilia 457 posti all'elementare, 368 posti alla scuola media e 465 al superiore. Tutto ciò a danno dei precari. Ma non è tutto. Sono a rischio anche 136 posti di sostegno e, cosa meno probabile, 175 posti alla scuola materna. Del resto la scuola siciliana, sebbene sottodimensionata rispetto a quella delle altre realtà nazionali, è abituata a purghe del genere.
Da quando il governo Berlusconi ha potuto mettere mano agli organici del personale docente (dall'anno scolastico 2002-2003 in poi), nell'Isola sono evaporati quasi 2.400 posti. Il tutto nella previsione che il numero degli alunni si contraesse. Una previsione che in parecchi casi si è rivelata sbagliata e che ha costretto il ministero dell'Istruzione all'adeguamento dell'organico, con unità di personale in più, a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico per non lasciare le classi senza insegnanti. Basti pensare alle 559 cattedre in meno alla scuola superiore che, secondo i dati dello stesso ministero, ha fatto registrare nello stesso periodo oltre diecimila presenze in più. Stessa cosa nella scuola materna, che con oltre 2.600 bambini in più ha visto l'organico pressoché invariato. Analogo destino per il sostegno, dove la situazione si prospetta drammatica per gli alunni disabili, costretti a cambiare docente ogni anno. In un triennio in Sicilia il numero degli alunni disabili è cresciuto di 3.382 unità.
Nello stesso periodo, il dicastero diretto da Letizia Moratti ha contratto l'organico di diritto di 89 posti. Ma la questione dell'organico di diritto, nella scuola, non è un semplice esercizio statistico. Rappresentando la parte stabile dei posti, ha serie ripercussioni sulla qualità dell'offerta formativa. Infatti l'organico di diritto è la base sulla quale si calcolano le immissioni in ruolo e i trasferimenti dei docenti: meno cattedre in organico, meno posti per le assunzioni e i trasferimenti. Ma anche più precariato, balletto di docenti ad anno scolastico iniziato, classi superaffollate e continuità didattica che va a farsi benedire. Già, perché il precariato viene gestito con le tanto discusse graduatorie permanenti e d'istituto. Graduatorie suddivise in fasce che ancora oggi, fra errori, modifiche alle tabelle di valutazione e ricorsi, non si possono considerare definitive.
Risultato: i capi d'istituto nominano sulle vecchie graduatorie "fino alla nomina dell'avente diritto" e, quando le graduatorie finalmente vengono pubblicate, si cambia docente, con tempi diversi da scuola a scuola. È quello che sta avvenendo in questi giorni in Sicilia, denuncia la Cgil. "Le graduatorie d'istituto di seconda e terza fascia non sono ancora disponibili - dice il sindacalista Mimmo Stellino - e succede che centinaia di docenti di sostegno specializzati sono già disoccupati, mentre docenti senza titolo continuano a lavorare".
Ma i tagli ministeriali non guardano in faccia nessuno e non tengono conto della situazione reale. In provincia di Palermo, ad esempio, il 51 per cento di sezioni (classi) di materna funzionano a tempo ridotto - con orario 8-13, anziché 8-16 - e conseguentemente con una sola maestra anziché due. A livello nazionale il tempo ridotto è appena del 9 per cento. Così come all'elementare il tempo pieno (8-16) è pressoché inesistente: l'1,54 per cento contro il 22,8 a livello nazionale. Particolare che già consente al ministero di risparmiare 400 posti alla materna e 390 all'elementare. Ma soprattutto meno tempo scuola laddove è necessario. Come nei quartieri a rischio della città, dove nell'ultimo anno le bocciature alla scuola elementare sono raddoppiate.