Repubblica-Palermo-In seconda a 5 anni e mezzo? I direttori contro la Moratti
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LA POLEMICA
Elementari, bocciato l'anticipo previsto dal ministro: "È una tragedia"
In seconda a 5 anni e mezzo? I direttori contro la Moratti
In seconda elementare a cinque anni e mezzo? Coro di critiche da parte dei dirigenti scolastici palermitani. "È una tragedia", commenta Giovanni Cigna, direttore didattico dell'elementare Monti Iblei di Palermo, che si chiede: "A cosa serve anticipare troppo, se poi si va incontro a tantissime difficoltà di tipo pedagogico-didattiche?".
La circolare ministeriale dello scorso mese di gennaio, sollecitata dalle stesse scuole private, che consente agli alunni che compiranno sei anni di età entro il 31 marzo 2006 di volare direttamente in seconda elementare fa discutere. E l'ostacolo dell'esame di idoneità da sostenere presso una scuola statale o paritaria il prossimo giugno non sembra insormontabile, considerato che il numero di non promossi alle elementari è statisticamente basso. Secondo le disposizioni precedenti, la frequenza delle cosiddette "primine" era consentita ma determinava un anticipo di pochi mesi. Il prossimo settembre, potranno ritrovarsi in seconda bambini di età compresa fra i cinque e mezzo e i sette anni: uno scarto che gli addetti ai lavori considerano assolutamente dannoso.
Uno dei punti forti della riforma Moratti è appunto il cosiddetto "anticipo", deciso dai genitori. Per agli alunni che si iscrivono nelle scuole elementari statali (coloro che compiranno sei anni entro il 31 marzo 2006), l'anticipo consente già dallo scorso anno l'iscrizione in prima a cinque anni e mezzo, mentre per coloro che provengono dalle scuole private e dalle cosiddette scuole familiari (tipologia che prevede la preparazione a cura dagli stessi genitori e praticamente in via di estinzione) l'escamotage degli esami di idoneità consente, sempre a cinque anni e mezzo, l'ammissione in seconda classe. In sostanza, le famiglie che opteranno per la privata potranno approfittare di un "doppio anticipo".
Già il semplice anticipo voluto fortemente dalla Moratti, stando alle dichiarazioni dei capi d'istituto, non sembra un grande successo. "Ho recentemente chiesto a un'insegnante - prosegue Cigna - come andassero le cose in una seconda classe composta tutta da alunni anticipatari. Mi è stato risposto che solo adesso si comincia a ragionare". Dello stesso avviso è Maria Orsolina Serio, direttrice della scuola elementare Garzilli, che in tempi non sospetti ha fatto esperienza diretta della "primina". "Non si può generalizzare - ammette - perché ogni bambino è diverso dall'altro, ma io con mia figlia ho sbagliato. Un anticipo così marcato mi sembra francamente una forzatura". Contrario anche Salvatore Guarisco, dirigente della scuola elementare e materna La Masa. "È un rischio - commenta - i più piccoli potrebbero essere sopraffatti dai più grandi. L'affermazione della personalità è un elemento fondamentale nei primi anni della scuola. Sono sempre contrario all'anticipo".
Mentre Giuseppe Scelsa, a capo della direzione didattica Villagrazia, è favorevole: "La Montessori sosteneva che anche a tre-quattro anni un bambino è in grado di leggere e scrivere. E al proposito la nostra esperienza è positiva". Replica il dirigente della Monti Iblei. "Spesso - sostiene Cigna - si confondono le competenze tecniche con quelle relazionali. Un bambino potrà anche imparare a leggere e scrivere, ma questo non significa affatto che sarà necessariamente maturo per frequentare la seconda".
s. i.