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Repubblica-Palermo-In sciopero tre docenti su quattro "La scuola pubblica è in pericolo"

In sciopero tre docenti su quattro "La scuola pubblica è in pericolo" Le bandiere in piazza E domani tocca agli studenti: raduno al Politeama e corteo Al centro della pro...

16/11/2004
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la Repubblica

In sciopero tre docenti su quattro "La scuola pubblica è in pericolo"
Le bandiere in piazza
E domani tocca agli studenti: raduno al Politeama e corteo
Al centro della protesta la Finanziaria e il contratto. Cinquemila firme per un referendum contro la riforma
Chiusi sette istituti su dieci, sfilano in mille sotto la pioggia. Accanto ai professori anche genitori e ragazzi


Docenti in piazza, scuole semideserte. Genitori e studenti accanto agli insegnanti contro le scelte del governo Berlusconi sull'istruzione. È questo l'esito dello sciopero generale del personale della scuola. "Sono il 78 per cento gli insegnanti palermitani che hanno aderito allo sciopero indetto da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Cobas", annuncia il coordinatore provinciale della Gilda, Fabio Pipitò, secondo il quale in città sono rimaste chiuse sette scuole su dieci. Anche all'educandato Maria Adelaide e all'istituto superiore di Gangi, afferma la Cgil provinciale, "l'adesione è stata massiccia". A Palermo il corteo organizzato dalla Gilda è partito sotto una fitta pioggia alle 9,30 da piazza Castelnuovo e si è snodato lungo via Ruggero Settimo e via Maqueda. Giunto ai Quattro Canti, ha imboccato corso Vittorio Emanuele fino alla presidenza della Regione, in piazza Indipendenza, dove una delegazione è stata ricevuta.
In tutto, secondo i promotori, c'erano un migliaio di persone fra docenti, personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) e studenti. Alla manifestazione hanno aderito rappresentati dei Cobas, dei precari, dei Giovani comunisti, del Coordinamento genitori in difesa della scuola pubblica e dell'Unione degli studenti. I genitori chiedono al governo centrale "di cessare la politica di depauperamento della scuola pubblica a tutto vantaggio della scuola privata", mentre gli slogan degli studenti sono per "edifici scolastici e servizi all'altezza".
I professori sono scesi in piazza per il rinnovo del contratto, scaduto ormai da undici mesi, contro i tagli previsti dalla Finanziaria e contro la riforma Moratti. I sindacati, per recuperare il potere d'acquisto perduto dagli insegnanti, chiedono al governo un incremento pari almeno all'8 per cento per il biennio 2004-2005, ma anche meno tagli, più risorse nella Finanziaria per la scuola e, soprattutto, "il blocco di qualsiasi tentativo di manomissione degli automatismi stipendiali che determinerebbero la conseguente riduzione delle retribuzioni". Ma uno dei punti caldi della protesta è la riforma Moratti. "Con la trasformazione dell'obbligo scolastico in diritto-dovere - sostiene Pipitò - la scuola dell'obbligo non sarà più gratuita. Scompariranno le tasse di iscrizione, ma i contributi richiesti alle famiglie cresceranno sempre di più".
Ieri mattina, alla fine della manifestazione, una delegazione è stata ricevuta da Francesco Inguanti, delegato del governatore Salvatore Cuffaro. La Gilda gli ha consegnato oltre cinquemila firme di cittadini che chiedono l'indizione, da parte di cinque presidenti di Regione, di un referendum abrogativo della legge Moratti. Ma ieri mattina il grosso del personale scolastico aderente a Cgil, Cisl e Uil, ha fatto sentire la propria voce a Roma. "Dalla Sicilia - dice Gaetano Ruvolo, della Cgil Scuola palermitana - con un treno speciale abbiamo portato alla manifestazione nazionale 300 persone".
E domani, organizzati dall'Unione degli studenti, a scendere in piazza saranno i ragazzi. Per loro l'appuntamento sarà alle 9 in piazza Politeama: da qui muoverà un corteo che raggiungerà piazza Indipendenza.
s. i.


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