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Repubblica-Palermo-In classe con cappotti e coperte lavori a rilento, sit-in e proteste

Dal Finocchiaro Aprile alla Abba, in rivolta alunni e genitori In classe con cappotti e coperte lavori a rilento, sit-in e proteste I ragazzi del magistrale sono scesi in stra...

02/02/2005
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la Repubblica

Dal Finocchiaro Aprile alla Abba, in rivolta alunni e genitori
In classe con cappotti e coperte lavori a rilento, sit-in e proteste
I ragazzi del magistrale sono scesi in strada minacciando di occupare una delle sedi La Provincia assicura "Da oggi impianto ok"
SALVO INTRAVAIA


Studenti in piazza contro il freddo nelle aule scolastiche. Ieri mattina i ragazzi dell'istituto magistrale Finocchiaro Aprile, subito dopo la ricreazione, hanno inscenato una manifestazione di protesta riversandosi per strada e minacciando di occupare il plesso Lorenzini, dove gli studenti seguono le lezioni negli scantinati. È intervenuta subito la polizia, ma il sit-in si è svolto pacificamente. "Siamo senza termosifoni dall'inizio dell'anno, è assurdo", dice Alice Milazzo, alunna della quinta B.
I genitori degli studenti del Finocchiaro Aprile, in gran parte ragazze, sono stanchi di ritrovarsi i figli ammalati "a causa del freddo che sono costretti a patire durante le ore di lezione", dice Silvana Pipitone, mamma di Alessandra.
Nella scuola di via Cilea si fa lezione con cappotto e sciarpa. E per sopportare il freddo alcuni alunni si sono attrezzati di coperte. L'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Marcello Caruso, assicura che oggi l'impianto di riscaldamento sarà in funzione e promette lavori da un milione di euro per "il rifacimento degli spazi esterni, la realizzazione della palestra e di impianti sportivi all'aperto, la pavimentazione interna e la sistemazione dei prospetti".
Ma gli studenti sono in subbuglio anche all'istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III e minacciano di bloccare l'ingresso a scuola. "La scuola è stata ristrutturata in diverse parti, ma quest'anno l'impianto di riscaldamento non ha mai funzionato", racconta uno studente, Gianfranco Pavia. E minacciano di non portare i figli a scuola le mamme degli alunni della elementare Cesare Abba, all'Acquasanta. "L'impianto elettrico deve essere adeguato e le stufe non si possono utilizzare - spiega il direttore Andrea Rasa - perché si creerebbero pericoli di incendio".
La Abba è una delle tante scuole palermitane in attesa degli adeguamenti previsti dalle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. "Settecento bambini sono costretti a seguire le lezioni ogni giorno in aule fredde - continua Rasa - e alcuni di loro, anche quelli della materna, addirittura nel seminterrato. Chiediamo condizioni minime per lavorare". Duro il commento di Marco Frasca Polara, consigliere diessino all'ottava circoscrizione, che comprende anche l'Acquasanta: "A causa della mancanza di programmazione del Comune, centinaia di alunni sono costretti a fare lezione in condizioni precarie, con seria minaccia per la sicurezza e per il diritto allo studio".
Completamente da adeguare anche la sede della elementare Giafar, nella omonima via del quartiere Brancaccio. E sulle condizioni di sicurezza degli edifici scolastici siciliani, uno su tre fuori legge come ha rivelato ieri Repubblica, è intervenuto il segretario generale della Cgil Scuola, a Palermo per partecipare a un convegno sull'obbligo scolastico. "Se lo stato di salute degli edifici scolastici è lo specchio della cura che un Paese riserva all'istruzione e alla tutela dei propri ragazzi e delle proprie ragazze, c'è da essere ben preoccupati", dice Enrico Panini. Che formula una proposta: "Rivendichiamo un investimento straordinario, perché andare a scuola sicuri è un diritto irrinunciabile di ragazzi e adulti, e noi non vogliamo più piangere eventuali lutti né ritrovarci a commentare le decine di infortuni che costellano la frequenza scolastica".


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