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Repubblica-PAlermo- Il disagio di noi insegnanti quando non c'è la promozione

LE REAZIONI Parlano i docenti alle prese con gli adolescenti che in aula non raggiungono gli obiettivi "Il disagio di noi insegnanti quando non c'è la promozione" "Dobbia...

21/06/2005
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la Repubblica

LE REAZIONI
Parlano i docenti alle prese con gli adolescenti che in aula non raggiungono gli obiettivi
"Il disagio di noi insegnanti quando non c'è la promozione"
"Dobbiamo essere come gli allenatori, ma è necessario che i genitori dialoghino"
VASSILY SORTINO


Non solo per i ragazzi e le famiglie, ma anche per i docenti la decisione di bocciare un alunno è spesso fonte di problemi e riflessioni. Tante sono le variabili che vengono prese in considerazione da un consiglio di professori prima di far perdere l'anno a un qualsiasi allievo. In primis quello di non far sentire il ripetente come un "fallito" per la società. "Quando si boccia un alunno si è sempre di fronte a un dilemma. Non è una decisione che si prende a cuor leggero - spiega Beatrice Grillo, docente di Matematica all'istituto tecnico commerciale Libero Grassi - perché è difficile comprendere qual è il male minore: promuovere alla classe successiva o fermare l'alunno? Spesso si è portati a promuovere l'alunno dandogli un'altra possibilità".
Insomma, se un tempo bocciare non era un dramma, ora ci si pensa due volte prima di fermare uno studente, tenendo conto anche degli aspetti umani che una decisione così delicata comporta. "Prima di bocciare qualcuno è naturale per noi insegnanti tenere conto della situazione familiare e ambientale in cui vive il ragazzo", questa l'idea di Pietro Palmeri, docente di Storia e filosofia al liceo classico Giovanni Meli. "È una decisione che viene presa solo quando l'allievo ha rifiutato lo studio della materia in modo radicale. Prima di bocciare discutiamo molto le conseguenze che potrebbero coinvolgere lo studente dal punto di vista dell'emotività. Il rischio suicidio però è una possibilità estrema. I liceali quando non studiano sono consapevolmente colpevoli della loro scelta e sanno che saranno bocciati, senza fare particolari drammi".
E non è certo facile avere a che fare quotidianamente con decine di adolescenti, ognuno con la sua storia e le sue potenzialità da coltivare. Ne è convinta Teresa Piccione, docente di italiano al liceo psicopedagogico Regina Margherita. Che sostiene: "Noi insegnanti dobbiamo essere come degli allenatori, capaci di scoprire le potenzialità degli allievi. Per me la mortificazione della bocciatura non deve colpire la persona, ma le sue conoscenze. Questo deve essere chiaro alle famiglie, col quale l'insegnante deve continuamente e senza paura dialogare".


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