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Repubblica-Palermo.I precari siciliani della Moratti

NOI non siamo tra i cultori della Sicilia come perenne "eccezione", pistola forattiniana sanguinolenta, sfasciume pendulo sul mare - come diceva Giustino Fortunato della Calabria -, paradosso ...

10/09/2004
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la Repubblica

NOI non siamo tra i cultori della Sicilia come perenne "eccezione", pistola forattiniana sanguinolenta, sfasciume pendulo sul mare - come diceva Giustino Fortunato della Calabria -, paradosso geografico prima che antropologico
Tutto questo sparge molto colore, ma non dice nulla circa il nostro rapporto maldestro con la modernità e soprattutto la totale rassegnazione dell'oggi alla mancanza di immaginazione progettuale e politica. Come se, mancato l'appuntamento con l'industrializzazione, il seguito non sia stato altro che una sequela di frustrazioni e di precarietà. E il precario, del resto, è la figura tipica del nostro paesaggio economico e sociale. Una figura qui tuttavia non transitoria, ma stabile e perdurante nel tempo.
Eppure la "criticità"- come dice la ministra dell'Istruzione Moratti con linguaggio eufemistico, teso a colmare l'evidente fallimento del suo operato - vista in questi giorni nell'ex Provveditorato di via Praga, l'improvvisazione, l'inefficienza, la ressa mattutina, l'intervento della polizia come neanche nel più sudato ufficio di collocamento, l'incertezza del diritto come regola e tutto quello che ancora deve venire e sicuramente verrà nei giorni fatidici delle convocazioni per l'assegnazione delle cattedre vacanti, ebbene tutto questo, nonostante l'assuefazione al peggio, sempre successivamente superabile, cui siamo perfettamente allenati nel rapporti con l'amministrazione, suona comunque abbastanza sconcertante.
Diremmo, se sapessimo cosa significhi, da paese del terzo mondo. Ma di fronte alla débacle conclamata, in termini di efficienza che poi è l'unico indice che conti davvero in questi casi, la cosa ancora più stupefacente è che non succede nulla di nulla. Tutto come prima. Tutti ai loro posti. Come dire, il potere dissociato dalla responsabilità.
La carica divorziata dal fine - forse perché fine a se stessa? Ma si può continuare in questa maniera? Sì, da noi sì e se ti vuoi consolare non ti resta altro da fare che decantare le virtù del Privato e le bellurie teoriche della scuola di Chicago.
nino blando


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