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Repubblica-Palermo-"Hanno vinto loro vado via a 57 anni"

'INTERVISTA L'amarezza di Maria Isaia: "Di fatto è stato abolito l'obbligo" "Hanno vinto loro vado via a 57 anni" ...

29/05/2005
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la Repubblica

'INTERVISTA
L'amarezza di Maria Isaia: "Di fatto è stato abolito l'obbligo"
"Hanno vinto loro vado via a 57 anni"


"Dopo anni di duro lavoro e lotte nella scuola, vado via perché sono stanca". Riforma Moratti, disinteresse degli enti locali e delle famiglie per la scuola hanno indotto Maria Antonietta Isaia, docente di Scienze e Matematica alla scuola media Scinà di Palermo nel quartiere Santa Rosalia-Montegrappa, a mollare. Il primo settembre resterà a casa. Eppure, Maria Antonietta ha solo 57 anni e un bagaglio di esperienze professionali prezioso per la scuola: potrebbe rimanere in cattedra ancora per parecchi anni, ma non ci pensa neppure.
Perché ha deciso di andare via?
"Perché sono stanca di lavorare con risorse sempre più risicate, meno materiale e con una riforma che ha dato alla scuola il colpo di grazia".
In che senso?
"Per me, lo smantellamento di fatto, del tempo prolungato alla media è una cosa gravissima. In un quartiere come il nostro trattenere a scuola i ragazzi fino alle 16 è una cosa fondamentale".
Perché?
"In molti casi i ragazzini impegnandoli nel pomeriggio per esempio, nei laboratori di informatica venivano tolti letteralmente dalla strada".
E adesso?
"Con il diritto-dovere che ha sostituito l'obbligo scolastico molti ragazzini, anziché venire a scuola, vanno a lavorare e quando chiedo loro di ritornare in classe mi rispondono: "Tanto se non vengo che mi fanno?"".
Quali sono le risorse che oggi vi vengono a mancare?
"Negli ultimi anni, la partecipazione degli enti locali nelle questioni scolastiche lascia davvero a desiderare. Basti pensare ai fondi sulla dispersione che erogava il Comune. Ci consentivano di avviare interessantissime iniziative per il recupero dei giovani che abbandonavano precocemente gli studi. Oggi, i fondi scarseggiano e siamo costretti a lavorare come possiamo".
Cosa rimpiange della scuola di trent'anni fa?
"La partecipazione delle famiglie alla vita scolastica. Nei primi anni di carriera, insegnavo a Bergamo e ai consigli di classe partecipavano tutti i genitori. Oggi partecipano di rado anche i rappresentanti di classe".
Cosa è cambiato?
"Gli alunni hanno interessi di tipo diverso ma sono anche meno seguiti dalle famiglie".
E nella scuola, cosa è cambiato?
"Oggi vige la confusione più totale. I dirigenti spingono perché la riforma venga applicata in toto. I docenti sono sempre più stanchi e confusi e la voglia di lottare scema".
Con quali risultati?
"Senza quasi accorgersene la scuola si ritrova addosso una riforma calata dall'alto. L'anno scorso, nella mia scuola, il collegio docenti l'ha bloccata, così come l'adozione dei nuovi libri di testo. Quest'anno, forse per stanchezza, è passata. Io a queste condizioni non posso più rimanere".
s. i.


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