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Repubblica-Palermo-Grido d'allarme dall'Università "Tra gli studenti la qualità cala"

Pagina III - Palermo LE REAZIONI I docenti denunciano diffuse carenze culturali: "Si presentano con evidenti handicap formativi" Grido d'allarme dall'Università "Tra gli studenti ...

20/04/2004
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la Repubblica

Pagina III - Palermo
LE REAZIONI
I docenti denunciano diffuse carenze culturali: "Si presentano con evidenti handicap formativi"
Grido d'allarme dall'Università "Tra gli studenti la qualità cala"
A Ingegneria abbiamo abolito da un anno il punteggio del diploma ai test d'ingresso. Il livello dei ragazzi viene valutato solo sulla base della prova
Un'insegnante di un diplomificio mi raccontò che aveva cinque alunni e componeva venti temi da sola per simulare una classe di venticinque
ANTONELLA ROMANO


GLI EFFETTI più deleteri negli atenei si coglieranno tra qualche anno, quando il numero degli studenti universitari destinati a una lunga carriera di fuori corso salirà vertiginosamente. Ma già dal 2002, da quando la legge ha modificato la composizione delle commissioni giudicatrici per la maturità, abolendo i membri esterni, i professori universitari avvertono i segnali di una deriva culturale che trascina verso il basso la massa della popolazione studentesca. E tra le cause, al primo posto, l'Università mette sott'accusa senza giri di parole i "diplomifici", le fabbriche del diploma facile che regalano la maturità a pagamento ad alunni che disertano i banchi di scuola.
Dopo la maturità, parecchi di questi studenti andranno a ingrossare le file delle matricole. "Io chiedo sempre agli studenti da quale liceo provengono. E i casi di risposte imbarazzate, da parte di ragazzi che si presentano agli esami con evidenti handicap formativi, sono in aumento. Uno che non è abituato a studiare lo riconosci immediatamente", afferma Salvatore Nicosia, docente di Letteratura greca ed ex preside di Lettere. Abituato a lanciare allarmi del genere, con le sue relazioni dettagliate e le denunce alle riunioni del Senato accademico, il professore Nicosia chiede lo stop immediato alle scuole dei diplomi facili: "In qualsiasi Stato democratico i diplomifici dovrebbero essere chiusi. È ormai chiaro che in queste scuole si vendono le promozioni. Nel momento in cui si possono fare esami in sede, con i professori interni, e che non c'è bisogno nemmeno di frequentare, era inevitabile che questo accadesse. Questo discorso non vale per le numerose scuole cattoliche di un certo livello, dove il problema è solo di tipo educativo e riguarda le scelte di ognuno".
È stato in occasione di un'assemblea dei movimenti della società civile che Nicosia ha raccontato una testimonianza sconfortata di un'insegnante di un centro sforna-diplomi. "Aveva una classe di 25 studenti e ne vedeva saltuariamente cinque. Quando doveva fare il compito in classe, a casa componeva ventidue o ventitré temi, li faceva scrivere alla nonna, alla zia, alla sorella, faceva un certo numero di errori e poi ricomponeva la mazzetta dei 25 compiti e li sistemava nell'armadio, per documentare che la classe c'era".
Lettere e le facoltà umanistiche in genere, ritenute più abbordabili dai giovani, sono destinate a diventare terre d'approdo naturali per gli studenti meno ambiziosi. "Certo, perché la scelta diventerà quella di trovare la facoltà in cui più a lungo nascondere un'ignoranza assoluta - aggiunge Nicosia - Il fenomeno presto sarà più percepibile. Il calo di qualità è già evidente: fra due o tre anni vedremo quanti, e con quali medie nei libretti, arriveranno alla laurea".
In Senato accademico è stata presentata una delibera, approvata un mese fa, per far partire da quest'anno un'indagine sulla scuola di provenienza degli studenti che faranno esami di ammissione nei corsi a numero chiuso. Le aspiranti matricole saranno sottoposte allo stesso test per vedere da quali scuole si accede con maggiore facilità alle facoltà universitarie. "Sarà un importante strumento di orientamento. Si vedrà - ne è certo Salvatore Nicosia - che il classico sarà nella maggior parte dei casi il liceo di provenienza anche tra chi si iscrive a Medicina o a Ingegneria".
Nelle facoltà scientifiche non va meglio. A Ingegneria da un paio d'anni vengono sottoposti gli studenti a test d'ingresso di comprensione verbale e logica, di fisica, chimica e matematica. Il test ha un valore selettivo solo per i corsi a numero programmato. Per tutti gli altri corsi di laurea, non a numero chiuso, rappresenta un test di consapevolezza. "Dal numero di risposte - spiega il preside di Ingegneria, Santi Rizzo - ciascuno studente può capire se è attrezzato e se ha debiti formativi. Nel passato veniva dato un punteggio al diploma di maturità. Dall'anno scorso questo punteggio è stato abolito. Ogni studente viene così messo di fronte alla consapevolezza di sé e delle proprie competenze, e il suo livello viene valutato solo sulla base del test".
In generale, tra gli aspiranti ingegneri sono stati riscontrati deficit culturali più sulla comprensione verbale e sulla logica che sulla matematica. "Il problema esiste e ci preoccupa - aggiunge Rizzo - Stiamo riflettendo su come fronteggiare queste carenze di carattere generale, stiamo valutando anche la possibilità di inserire nuove regole di immatricolazione".
Preoccupati da un'invasione ingovernabile e dal calo di qualità tra gli studenti delle aule universitarie, i professori chiedono ispezioni e controlli nelle scuole non statali, per imporre a tutte di pagare il personale con le stesse retribuzioni delle scuole statali e di reclutare gli insegnanti attingendo dalle graduatorie provinciali degli idonei. "Basta - dice Nicosia - con lo sfruttamento dei poveri laureati che per avere il punteggio sono disposti a tutto, soprattutto ora che i tre punti delle paritarie sono diventati dodici, come per l'insegnamento nelle scuole statali".
L'allarme che serpeggia tra i corridoi di viale delle Scienze è alto. "La corsa al diploma facile si inquadra in una dequalificazione progressiva della scuola e di conseguenza dell'Università - sostiene Giovanni Ruffino, preside di Lettere - Quella dei diplomifici privati è la strada scelta dall'attuale classe di governo. Se le cifre sono queste, è uno scandalo. Ed è giunto il momento di dire basta a questo degrado, a questo appiattimento che creerà l'impossibilità di applicare la riforma del 3+2. Il numero di privatisti è raddoppiato? Tra poco l'esame di maturità si farà solo nei diplomifici privati con commissari volutamente compiacenti. L'unico rimedio è quello di controllare rigorosamente tutti i contratti di lavoro, i programmi, la qualità didattica, la rispondenza delle scuole a requisiti minimi indispensabili. Le scuole private eccellenti ci sono e si possono facilmente individuare. Vengano fatte ispezioni serie e non pilotate. Sappiamo che l'assessore Granata vigila. Vedremo".


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