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Repubblica/palermo: Fuga al Nord in cerca di una cattedra

In graduatoria fuori dall´Isola 14 mila professori precari

21/04/2007
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la Repubblica

La Sicilia in testa fra le regioni italiane per numero di aspiranti supplenti ma anche per cervelli in uscita

fioroni Le liste con i nomi dei candidati a un posto nella scuola dovranno d´ora in poi piano piano esaurirsi
uil Il governo promette 150 mila assunzioni Intanto è difficile cambiare provincia perciò c´è un forte flusso di rientro
cgil In molti si spostano verso le grandi città perciò Palermo è destinata a subire l´aumento della instabilità
gilda Uno su tre è costretto a lavorare lontano da casa sradicato dalla realtà locale e indotto a non votare

SALVO INTRAVAIA

(segue dalla prima di cronaca)
A svelare quanto precariato si è accumulato nella scuola in Sicilia e quanti hanno mollato tutto per cercare fortuna in istituti fuori dalla propria regione ci ha pensato lo stesso ministero della Pubblica istruzione, che ha pubblicato un dossier dal titolo "Osservatorio sulle graduatorie permanenti 2006: profilo degli iscritti e distribuzione geografica". In migliaia di dati si può leggere l´esatta dimensione di un fenomeno che, oltre a rendere sempre più difficile il lavoro di migliaia di insegnanti in Sicilia, contribuisce a spopolare l´Isola di alcuni tra i suoi figli migliori. Maestre e professori che da giovani avevano pensato a una strada un po´ meno impervia.
Ma i numeri sono impietosi e, al di là di tutte le letture possibili, non danno spazio a troppe giustificazioni. In Sicilia lavoro non ce n´è, e si cerca dove le possibilità di mettere insieme il pranzo con la cena aumentano. Fra i 237 mila supplenti iscritti nel 2006 nelle graduatorie permanenti italiane (le liste dalle quali vengono reclutati metà degli immessi in ruolo), sono 32.700 gli «interessati alle supplenze» in Sicilia. Un record che supera, seppur di poco, gli aspiranti in lista in Campania (31 mila) e in Lombardia (30.914).
In Sicilia si registra anche la percentuale più alta di disoccupati tra gli iscritti nelle graduatorie permanenti. Più che in ogni altra regione italiana: quasi 20 mila docenti abilitati e quasi sempre superspecializzati che non hanno ancora avuto la possibilità di acciuffare una supplenza sino alla fine dell´anno. Per vivacchiare saltano da una scuola all´altra, coprendo i buchi dei colleghi titolari e facendo supplenze saltuarie: quelle che per effetto dei tagli imposti dal ministro dell´Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, si stanno facendo sempre più rare. Solo i più fortunati beccano una sostituzione per maternità e lavorano alcuni mesi.
Se nell´Isola sono poco più di quaranta su cento i precari della scuola che hanno potuto sbarcare il lunario grazie a un contratto a tempo determinato (fino al 30 giugno o al 31 agosto), in Liguria e Toscana le cose marciano a ritmi completamente diversi: rispettivamente 66 e 64 su cento.
Ecco spiegato il motivo per cui moltissimi insegnanti siciliani hanno avuto la spinta a respirare «l´aria del continente». Già, perché nello studio del ministero gli stessi 237 mila precari sono stati censiti in base alla regione di nascita. I 46 mila aspiranti professori nati fra la Valle dei templi, la Conca d´oro, le falde dell´Etna o in vicinanza dello Stretto ci dicono che in 14 mila, dopo qualche tentativo, hanno cercato fortuna altrove. Dopo Napoli, Palermo e Catania sono le province italiane col maggiore numero di emigrati di lusso. Fuga che non è bastata ad alleggerire le intasate graduatorie siciliane. Infatti, Palermo è la provincia italiana con il più alto numero di precari in relazione ai docenti in servizio (sia a tempo indeterminato sia supplenti): sette precari ogni dieci professori.
In altre parole, nell´Isola il numero dei precari si avvicina sensibilmente al totale dei titolari. La media nazionale è quasi tre volte inferiore: 2,8 precari ogni 10 docenti in servizio. «In questi anni - dice Enzo Granato, segretario provinciale della Uil Scuola - ho assistito migliaia di precari siciliani diretti al Nord. Ne conosco alcuni che hanno lasciato moglie e figli per insegnare in Lombardia, in Friuli o in Emilia. In effetti, in parecchie regioni settentrionali le possibilità di lavorare per chi ha ancora punteggi bassi o di entrare di ruolo sono alte».
Ora il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, nell´intento di esaurire il precariato ha trasformato le graduatorie permanenti in graduatorie a esaurimento, il cui aggiornamento è scaduto venerdì scorso. «Si tratta dell´ultima possibilità per acciuffare una delle 150 mila cattedre promesse dal governo - spiega Granato - ma la difficoltà di cambiare in futuro provincia (perché si verrebbe collocati in coda, ndr), oltre alla fuga verso il Nord, sta creando un flusso di rientro notevole».
Ma c´è chi dà una lettura sociologica del fenomeno non meno preoccupante dello stesso precariato. «La precarizzazione del lavoro e l´emigrazione dei docenti siciliani - uno su tre è costretto a lavorare fuori dalla Sicilia - determina uno sradicamento dalla realtà locale che contribuisce ad affievolire il senso di appartenenza e il livello di partecipazione democratica: penso alle prossime elezioni amministrative», analizza Fabio Pipitò, della Gilda degli insegnanti. Precariato che in provincia di Palermo «potrebbe aumentare anche per via di un movimento interno verso le città metropolitane siciliane», sottolinea Gaetano Ruvolo, segretario cittadino della Flc Cgil. «Con la conseguenza - spiega - che dalle nostre parti le graduatorie saranno a esaurimento fra un secolo».


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